storia e memoria
Il Catasto Gregoriano
a cura di Francesco Deplanu
(20 dicembre 2019)
Il Catasto Gregoriano è un catasto generale geometrico particellare dello Stato pontificio: iniziato da Pio VII nel 1816,, dopo l’esperienza napoleonica, è definito così perché fu terminato da Gregorio XVI nel 1835.
Nel 1816 Pio VII istituì la Congregazione dei Catasti: l’organismo centrale che doveva stabilire norme e procedure, uniformi per la stima dei fondi rustici ed urbani. Nello Stato Pontificio mancava una misura uniforme e si decise di usare il sistema metrico decimale introdotto dal sistema francese piuttosto che il più complesso “rubbio romano”, composto da 3703 canne architettoniche quadrate. Nel sito del progetto “Imago” che ha realizzato la digitalizzazione del Catasto Gregoriano si precisa “La misura lineare adottata fu quindi la canna censuaria corrispondente al metro e suddivisa in 10 palmi (dm), pari a 100 once (cm) o 1000 minuti (mm). Per le superfici, si adottarono il quadrato di 10 tavole (corrispondente all'ettaro e cioè a 10.000 m2), la tavola di 1000 canne quadrate (pari a 1000 m2) e la canna quadrata (1 m2), a sua volta suddivisa in palmi, once e minuti quadrati. Rispetto al periodo francese mutavano i nomi ma non la sostanza.”
Oltre ai fondi rurali assume notevole importanza la mappatura (“Mappa”) dei centri urbani realizzati a solitamente a scala 1:2000, assieme a queste dovevano poi essere prodotte due ulteriori copie in scala ridotta a 1:4000 o a 1:8000 (le "Mappette"), con la riproduzione in scala originale del "caseggiato" ovvero dei centri abitati, posta in margine o in allegato. Le particelle catastali, erano raffigurate nella “mappa” ed identificata da un numero assegnatole all'interno di una progressione numerica unica per ciascuna mappa. Questa veniva poi descritta nel registro catastale o brogliardo, in cui era indicato anche il nominativo di chi la possedeva.
Questa sono le pagine web del con il Catasto Gregoriano ed il "brogliardo" con il territorio della città di Umbertide dopo l'età napoleonica. Cliccando qui si apre la pagina del Catasto Gregoriano dell'Archivio di Stato di Roma, a questo punto scegliere la "casella "Perugia", evidenziata nell'immagine in rosso, e poi cliccare su "Fratta"... così si può fare in maniera analoga per Pietralunga, Montone ecc; in alternativa cliccare direttamente sull'immagine sotto in questo modo si aprirà immediatamente il visualizzatore di "Fratta" del progetto "imago" che ha digitalizzato le parti con i paesi e le città principali del Catasto Gregoriano.
Per vedere il "brogliardo" con il numero della particella visibile nella mappa del Catasto Gregoriano con i nomi dei rispettivi possidenti ed alcune voci di descrizione della proprietà basta cliccare qui per vedere il relativo "brogliardo" sempre del Catasto dello "Stato Ecclesiastico".
Il catasto Gregoriano arrivò in notevole ritardo, quasi di un secolo, rispetto alle esperienze censuitarie di buona parte d'Italia. Il passaggio verso questo nuovo strumento nasconde una lotta politica tra le forze che volevano il controllo delle informazioni sulla ricchezza e sulla proprietà. Il catasto, dice Renato Zangheri, nel suo "Catasto e proprietà della terra", è "uno strumento insostituibile per l’accertamento dello stato della“ proprietà‘ della terra, la quale è per molti secoli il fondamentale mezzo di produzione, la sorgente della ricchezza e la base principale del potere.... È uno strumento ricco e infido, che va utilizzato con cautela ma può fornire abbondanti risultati. In Italia e‘ di regola piu' affinato, espressivo, e complicato, che altrove." La sua strutturazione nasconde lotte infuocate sul modo di possedere la terra e di pagare le imposte. Nel resto d'Italia uno dei bersagli tra i detentori della proprietà era proprio la proprietà collegata alle istituzioni ecclesiastiche. Qui, nello Stato Pontificio, il problema era diverso e meno urgente perché la Chiesa era detentrice di potere oltre che di proprietà.
Fonti:
- Renato Zangheri, Catasto e proprietà della terra. Piccola Biblioteca Einaudi. Torino 1980.
- Progetto Imago II, 1997-2000, dell'Archivio di Stato di Roma:https://imagoarchiviodistatoroma.cultura.gov.it/index.html