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Vecchio Mondo

Le rappresentazioni cartografiche di Fratta
tra '500 e '600

"Fratta di carta"

Prima della progressiva standardizzazione della cartografia tra '700 ed '800 si sono prodotte rappresentazioni del territorio e di città mosse da diverse esigenze.  Queste rappresentazioni "pregeodetiche" erano originate da esigenze militari, di conoscenza del territorio, di rappresentazione di caratteristiche legate alle istituzioni politiche o religiose, e poi , soprattutto nel '600, legate per la prima volta alla produzione di prodotti di alto valore commerciale per una ceto agiato. Nascono gli "Atlanti" e non più i "Planisferi", per una ceto interessato a viaggiare il mondo in maniera approfondita con le nuove scoperte su "carta"... similmente ai nuovi "viaggiatori digitali" del nostro tempo.

Per quello che riguarda la nostra città proponiamo un percorso con le fonti iconografiche/cartografiche principali finora in nostro possesso e conoscenza. Un percorso visivo tra diverse "prospettive", civili e religiose che vedono Fratta alternativamente "spostarsi" in confini laici ed ecclesiastici, visto che la "diocesi di Gubbio" ad esempio, una delle "prospettive" di rappresentazione, mostra  il nucleo abitato di Fratta, ma non il contado di Fratta a sud, nord e ovest, appartenenti ad altre diocesi. 

Nell'insieme presentiamo per il '500 un "percorso di carta" che inizia con la mappa del Piccolpasso del 1565, con la rappresentazione completa a “volo d'uccello” della “Fratta perugina”, assieme ad una  mappa  poco conosciuta del territorio perugino; prosegue con la "Carta" della Diocesi di Gubbio disegnata da don Ubaldo Giorgi nel 1573; si conclude infine la mappa del 1584 di Ignazio Danti, che sarà la principale fonte di molte rappresentazioni a seguire. Per l'inizio del '600 presenteremo le mappe di Magini, anche se realizzate su informazioni prese sul finire del secolo precedente; poi la Fratta sugli Atlanti prodotti soprattutto da olandesi. Gli Atlanti di Ortelius, presentano l’attuale Umbertide nelle mappe già nelle edizioni prima del ‘600 , ma con nomi quasi mai riportati accuratamente, come “Frata”, “Frana”, “Prana” e poi indicato più precisamente come “Fratta”, grazie proprio al lavoro del Danti. A seguire presenteremo la “Fratta” che esce dalle pagine dei bellissimi "Atlanti" del Bleau a metà del secolo ed infine, a conclusione del XVIII sec., la carta del Titi.

Con il passare del tempo e progredire della scientificità della rappresentazione, assieme al tipo di prodotto cartografico, la “scala” si rimpicciolisce e alla descrizione del luogo, fisica o di popolamento, subentra una rappresentazione più standardizzata, più attenta alla descrizione dei confini politici ed amministrativi o dell’idrografia del territorio, mappe che richiamano, però, sempre la presenza del nostro borgo anche sugli Atlanti che riportano l’aspetto dell’Italia in una sola mappa. Fratta, se possiamo semplificare ciò che emerge, appare costantemente come territorio di confine, aspetto che ne giustificò nei secoli precedenti una sorta di incastellamento, con la sua posizione al limite tra stati diversi e divisioni amministrative interne allo Stato Pontificio. Aspetto di confine che è sempre, dunque, evidenziato nelle mappe. 

Ad una prima analisi, certamente non esaustiva, le diverse modalità e scopi con la quale nel tempo è stata rappresentata Fratta indicano la sua valenza di centro amministrativo/militare/commerciale nel periodo considerato. Sottolineamo come praticamente in tutte, tranne nella carta del Giorgi che ha un interesse rappresentativo strettamente collegato all'aspetto demografico-religioso, è presente l'immagine del ponte sul Tevere. Caratteristica che ha portato "gioia", come snodo viario e commerciale, e "dolore" vero al nostro borgo...soprattutto  se si pensa alla scelta di bombardarlo  dell'aviazione alleata avvenuta nel secondo conflitto mondiale.

Tornando indietro nei secoli XVI e XVII possiamo sottolineare, sicuramente, come le rappresentazioni stilizzate o più accurate  di Fratta ricordino, in effetti, l'importanza di questo borgo fortificato e del suo ponte per superare un ostacolo fluviale di tale portata; via di comunicazione chiaramente essenziale per commerci e dal punto di vista militare, importanza della quale oggi, con la frequenza di infrastrutture sul fiume, non si riesce più a considerare nella giusta importanza.

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