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LA COLONIA DI PREGGIO 1949 – 1960

La storia raccontata dagli stessi protagonisti

 

 

 

 

 

 

A cura di

Fabio Mariotti       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima di raccontare la storia della Colonia di Preggio credo che sia necessario inquadrarla nel periodo storico in cui ebbe inizio. Siamo nel 1949, a ridosso della fine di una guerra disastrosa che, oltre alla distruzione e ai morti che si è lasciata dietro, lasciò anche la gran parte della popolazione del nostro Paese in uno stato di profonda miseria. E questo accadde anche in Umbria, ad Umbertide e a Preggio. Molte famiglie avevano difficoltà a mettere insieme, tutti i giorni, il pranzo e la cena, anche se la solidarietà tra le persone tipica delle zone di campagna ha contribuito ad alleviare lo stato di disagio. In questo difficile contesto l’Arcivescovato di Perugia decise di istituire a Preggio il collegio maschile della Colonia “Madonna delle Grazie” dove nel periodo dal 1949 al 1960 sono stati ospitatati numerosi bambini poveri, disagiati, orfani, provenienti principalmente dall’Umbria ma anche da altre regioni. Dal 1961 al 1963 la struttura continuò a funzionare solo come colonia estiva. Il periodo di permanenza dei bambini era di circa cinque anni, quelli necessari a frequentare la scuola elementare statale a Preggio.

 

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La gestione della Colonia era affidata alle “Suore della Provvidenza e dell’Immacolata Concezione” che erano aiutate nel seguire i bambini da alcune giovani insegnanti anche di Umbertide.

Il numero dei bambini ospiti era di circa 80/85, di età da 6 a 12/14 anni, ed insieme ai bambini di Preggio e dintorni formavano le cinque classi elementari.

Nel periodo estivo, terminata la scuola, molti bambini che non potevano ritornare a casa rimanevano nel collegio. L’unica vacanza era quella di qualche giorno al mare alla “Colonia Stella Maris” di Senigallia, sempre di proprietà dell’Arcivescovato di Perugia.

Per i bambini sono stati anni molto duri, lontani da casa, dagli affetti famigliari, costretti a seguire, a quell’età, le regole e la rigida disciplina del collegio ma, come risulta anche dalle loro testimonianze, sono riusciti a superarlo grazie alla spirito di fratellanza che si era creato tra di loro.

 

L’alluvione del Polesine

Nel 1951 la piena del Po causò la disastrosa alluvione del Polesine che colpì gran parte della provincia di Rovigo e parte di quella di Venezia, causando quasi 100 vittime e circa 180mila sfollati, con drammatiche conseguenze sociali ed economiche. Nell’Italia povera di quel tempo si aprì comunque una generosa gara di solidarietà per aiutare le popolazioni di quei territori sconvolti dal disastro. Con questo spirito la Diocesi di Perugia decise di dare ospitalità presso la colonia di Preggio ad alcuni bambini della città alluvionata di Adria, in provincia di Venezia.

 

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La visita del Patriarca di Venezia e futuro Papa Angelo Roncalli

Una data importante, per chi ha potuto esserci e lo ricorda ancora con grande piacere, è stata quella del 30 Maggio 1955 quando venne a Preggio l’allora Patriarca di Venezia Angelo Roncalli.

Il futuro Papa Giovanni XXIII ed oggi Santo, venne a Preggio per ringraziare la popolazione e le maestranze del collegio per aver dato ospitalità ad alcuni bambini di Adria.

 

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Le celebrazioni del sessantesimo anniversario dell’evento

Per celebrare degnamente il 60º anniversario di questo storico evento si è formato, con Oscar Marta come presidente, il Comitato degli ex bambini della Colonia che oggi sono persone di settanta anni e più, che ha organizzato insieme alla Pro-loco di Preggio un raduno degli ex bambini della Colonia per il 30 Maggio 2015. Dopo un intenso lavoro di ricerca, molti degli ex bambini della Colonia si sono ritrovati a Preggio in una giornata indimenticabile, senza riconoscersi fisicamente a distanza di tanti anni, ma riconoscendosi nei vari racconti del periodo trascorso in Colonia. Ed è stato per tutti loro un momento particolarmente emozionante e carico di commozione. A questa giornata speciale hanno partecipato, oltre al presidente della locale Pro-loco Alberto Bufali e agli ex bambini della Colonia, anche il sindaco di Umbertide Marco Locchi, il cardinale Gualtiero Bassetti (presidente della Cei), il parroco di Preggio don Francesco Bastianoni e i due maestri Antonietta Vagniluca e Antonio Miscia, insegnanti a Preggio nel periodo della Colonia. E’ stata anche l’occasione per inaugurare l’intitolazione della piazza principale di Preggio a Papa Giovanni XXIII, il Papa buono e santo, con una targa donata dagli ex ragazzi della Colonia, che hanno voluto così omaggiare i preggesi per la generosità dimostrata nei loro confronti durante il periodo trascorso in Colonia.

 

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Un libro per raccontare la storia della Colonia

Da quell’evento è nata anche l’idea di realizzare un libro che raccontasse la storia della Colonia di Preggio, partendo dai ricordi, dalle emozioni e dalle testimonianze di coloro che hanno vissuto in prima persona quella esperienza di vita. La pubblicazione, curata dal presidente della Pro-loco di allora Alberto Bufali e dal comitato ex bambini della Colonia, è ricca di documenti e fotografie che ripercorrono la storia della Colonia che si intreccia con quella di Preggio in quel periodo storico. Si parla anche della scuola elementare, con i registri scolastici dal 1952 al 1963, dell’asilo, dei maestri che hanno accompagnato la vita dei bambini e delle numerose testimonianze della vita nella Colonia, recuperate con pazienza e dedizione proprio dal comitato degli ex bambini.

 

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Il lavoro svolto da Alberto Bufali e dai suoi collaboratori è un dono prezioso per tutta la nostra comunità e non solo. Una testimonianza accurata di un periodo storico difficile in un piccolo centro dove comunque la solidarietà non è mai mancata.

 

Estratti dagli interventi del presidente Bufali e del cardinale Bassetti

 

Alberto Bufali, presidente della Proloco:

“Oggi Preggio è il centro del mondo. Centro di tanti universi di umanità come ci insegnano tutte quelle persone che oggi si raccontano.

Storie di uomini, donne e bambini che si rincontrano qui a Preggio, dopo essersi ricercati e trovati con grande entusiasmo e grande gioia. Entusiasmo e gioia che ha coinvolto tutti, soprattutto i preggesi, emozionati nel rivivere una giornata storica come quella di 60 anni fa,

quando venne qui a Preggio Papa Roncalli.

Per sottolineare l’importanza di questo evento abbiamo commissionato alle Poste Italiane un annullo filatelico con l’immagine del Santo Giovanni XXIII, abbiamo inoltre consegnato ai presenti una pergamena ricordo, ed infine abbiamo sottoscritto una donazione per i bambini del Nepal colpiti dal terremoto”.

 

Cardinale Gualtiero Bassetti:

“È grande l’emozione anche per me che sono qui in questa frazione un po’ estrema del Comune di Umbertide e della Diocesi di Perugia, e come dice Papa Francesco tutte le periferie vanno visitate, ma colgo l’occasione del fatto che dopo 60 anni un cardinale arriva qui e sento anche questa responsabilità e questa emozione profonda.

Visto che avete ricordato anche Papa Francesco, voglio portarvi un saluto e la benedizione anche da parte sua, perché non è molto che l’ho veduto.

Papa Francesco è profondamente legato a Papa Roncalli, non soltanto per motivi di simpatia, ma anche dallo stesso modo di approcciarsi alle persone. Quando uno legge una frase come quella riportata nella targa ricordo “Impara sempre a salutare le persone che incontri, perché vi formerete un animo dolce e pacifico ed andrete d’accordo con tutti ed avrete una vita serena”, sono le frasi anche di Papa Francesco, sempre frasi di una profonda sapienza umana.

D’altra parte non può esserci una sapienza cristiana senza una sapienza umana. Ma c’è un altro motivo in più: io conosco abbastanza bene Papa Francesco, ho conosciuto anche Papa Roncalli in una udienza da seminarista e aveva preparato un foglio per il discorso, poi ad un

certo punto posò il foglio e disse “No, voglio dirvi delle parole che vengono dal cuore, voglio dirvi qualcosa di più immediato” un po’ come fa Papa Francesco”.

 

Poi, rivolto agli ex bambini, continua:

“Vi siete ritrovati perché conservate dei buoni ricordi. E' vero che siete stati privati degli affetti familiari, ma anche è vero che avete ricevuto assistenza che diversamente non avreste avuto.

Avete studiato e ciò vi ha permesso in seguito di lavorare. Avete acquisito principi di vita cristiana che vi sono serviti per formare la vostra famiglia, principi che avete trasmesso ai vostri figli e ai nipoti. La targa ricordo riveste un significato di sapienza umana e cristiana. Il

saluto è segno di educazione e poi segno di amicizia e fraternità”.

 

Infine la benedizione della targa ricordo:

“Signore benedici tutti noi e questa targa che ricorda un episodio di umanità e di squisita valenza evangelica, che ricorda appunto la visita di un grande Vescovo quale è stato Papa Roncalli. Fa’ che questa targa che rimarrà qui tra di noi e nelle nostre case, rimanga come un

segno di bontà, come un tocco della Grazia di Dio e come un esempio che si trasmetterà anche ai nostri figli e a tutte le generazioni. Per Cristo Nostro Signore Amen”.

 

 

 

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I commenti e le testimonianze di alcuni degli ex bambini della colonia

 

Oscar Marta di Perugia:

Il 30 maggio 2015 ricorrendo 60 anni della visita dell’allora Patriarca di Venezia, Angelo Roncalli, diventato Papa Giovanni XXIII ed ora Santo, gli ex bambini e ragazzi della Colonia Madonna delle Grazie di Preggio, si sono ritrovati ponendo a ricordo una targa.

La visita del Patriarca era dovuta per ringraziare le maestranze della Colonia guidata dalla Madre Superiora Suor Giuseppina Donati, e la popolazione di Preggio per l’ospitalità data nel 1952 ai bambini sfollati dopo l’alluvione del Polesine.

……..Tutte le persone della Proloco si sono prodigate al fine della buona riuscita della manifestazione ed ecco perché gli ex coloniali hanno donato alla popolazione di Preggio la targa ricordo.

Durante il mio discorso introduttivo nella veste di presidente dell’associazione, ringraziando per la presenza del Cardinale e del Sindaco, rivolgevo loro la preghiera di non far andare in malora la struttura della Colonia, ma che si adoperassero al fine di ristrutturarla per ospitare bambini bisognosi e disagiati. Ho anche esortato tutti i presenti nel ricercare persone disponibili a far ciò.

 

Pierino Monaldi di San Secondo (PG):

“…….. ma vi devo dire che l’emozione più grande è vedere che amici meno fortunati, sono arrivati in carrozzina, con problemi di deambulazione, aiutati dai loro familiari, si ma c’erano, ed erano felici. Ho visto scendere dai loro occhi lacrime di felicità.

Come noi tutti, avranno detto ci siamo anche noi CE L’ABBIAMO FATTA!

…….noi ex bambini in quella giornata del 30 Maggio 2015, come ex bambini bisognosi abbiamo voluto pensare ai bambini del Nepal raccogliendo delle offerte. E’ una bella cifra quella raggiunta, ma per i bisogni reali è come un granello di sabbia, come una goccia nel mare. Ma tante gocce formano gli oceani.

…….e poi vi dico che l’altro desiderio, anche questo non impossibile, e ve lo dico con le parole di Papa Francesco : MAI PIU’ LA GUERRA. Così a nessun bambino gli sarà negato l’abbraccio di un padre perché la guerra gliel’ha ucciso.

Vorrei ricordare che Papa Giovanni XXIII oggi Santo ci salvò dal terzo conflitto mondiale, perciò niente è impossibile ognuno nel suo piccolo dia il suo contributo”.

 

Pierino Monaldi, orfano di guerra figlio di Giuseppe. Sepolto nel Cimitero Militare d’Onore Italiano di Ojendorf (Amburgo, Germania) con altri 5849 Caduti italiani.

 

Beniamino Ingegneri, attualmente vive a Milano, originario di Adria:

“A volte dimentico fatti e persone recenti, ma per associazione di idee e ricordi ho chiaro il mio vissuto di sessanta anni fa, infatti, come ho già scritto non posso dimenticare quel periodo particolare per me e per i miei fratelli Angelo, Leopoldo ed i miei cugini ora in America.

……..cari preggesi, è stata un’idea geniale il dedicare la piazza a San Giovanni XXIII.

Un segno storico da voi vissuto e degnamente tramandato alle generazioni future. A nome mio e di quel piccolo gruppo di ex alluvionati ora dispersi nel mondo, esprimo a voi preggesi, dei quali alcuni ricordo con affetto, i più sinceri auguri di buona festa e un futuro di

serena prosperità”.

 

Frate Leopoldo Ingegneri, cappuccino, fratello di Beniamino, scrive da Budapest:

“Mi dispiace tantissimo di non poter essere presente di persona all’avvenimento che avete deciso e che state realizzando nella vostra città.

……mi ricordo il viaggio da Perugia a Preggio. L’ho fatto in “ape” il mezzo di trasporto merci delle suore. Ero da solo, piangevo, ma mi consolavo mangiando le mele che erano sull’ape.

…..certo l’alluvione è stata una triste esperienza. Ma ringrazio il Signore che ha consolato la mia tristezza con la presenza, l’affetto e l’aiuto concreto e disinteressato di tante persone di Preggio. Preggio , per me è sinonimo di generosità e di accoglienza, doti che hanno arricchito e costruito la mia infanzia e che ora, nella missione in Ungheria in cui mi trovo cerco di ripetere e

di donare agli altri”.

 

Angelo Ingegneri, fratello di Beniamino e Leopoldo, scrive da Milano:

“Sono passati 64 anni da quel breve periodo trascorso a Preggio con i miei fratelli e cugini. Ma quel periodo mi è rimasto stampato nella mia mente, e lo ricordo sempre, anche oggi, con molto piacere.

Purtroppo per motivi di salute sono impossibilitato ad essere, in questo straordinario evento, presente fisicamente in mezzo a voli, ma solo con la mente e con il cuore.

C’è un particolare di questa vostra festa che mi emoziona e mi riempie di gioia, e cioè, la vostra scelta di titolare la piazza centrale del vostro bel paese a San Giovanni XXIII.

Come ben sapete Angelo Roncalli prima di essere nominato papa, è stato il nostro amatissimo Patriarca di Venezia. E mi riempie di emozione sapere che proprio lui personalmente abbia sentito la necessità di recarsi a Preggio a ringraziare tutti i cittadini per aver ospitato un gruppo di ragazzi veneti scappati dalla rovinosa alluvione del Polesine.

E allora anch’io sia pure con molto ritardo, vi ringrazio per questo gesto di solidarietà ed accoglienza.

Beniamino, Angelo e Leopoldo fanno parte di quel gruppo di bambini di Adria che furono ospitati a Preggio dopo l’alluvione del Polesine e per i quali venne a Preggio il Patriarca di Venezia Angelo Roncalli, il futuro papa Giovanni XXIII esattamente sessanta anni fa”.

 

Foto:

- Archivio fotografico del Comune di Umbertide, Archivio fotografico Corradi

- Le foto dell’alluvione nel Polesine dal sito adria.italiani.it

 

Fonti:

- “La Colonia di Preggio – I bambini del Collegio raccontano 1949 – 1960” di Alberto Bufali e il Comitato ex bambini della Colonia, Gruppo Editoriale locale – Digital Editor Srl – Umbertide, 2017

- Informazione locale – n.4 2017, “La Colonia di Preggio: un libro per ricordarla” di Eva Giacchè

- Preggio News – Dicembre 2015

- Comunicato stampa di Pierino Monaldi

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