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LAMBERTO BEATINI

Il Maestrone

Il Maestrone

Qualche volta la natura si sbizzarrisce nel dimostrare l'impossibile: in Lamberto era riuscita a mettere dentro una mole gigantesca un'anima infinitamente mite, quasi preoccupata di rassicurare il prossimo rispetto all'imponenza della propria corporeità.



Beatini, ultimo di sette figli, era nato nella stazione di Parlesca; il babbo, ferroviere, ne era il capo. La famiglia si trasferisce poi a Cantiano di Cagli dove Lamberto frequenta la quarta e quinta elementare e dove, per frenare la sua vivacità, il babbo lo manda sette giorni sui monti di Burano a lavorare con i boscaioli. Completato l'Avviamento professionale, frequenta l'istituto magistrale "A. Fabbri" di Gubbio insieme a Becchetti e Mancini, i tre "moschettieri di Umbertide", con lo scanzonato spirito goliardico della spensieratezza giovanile, anche per reazione al momento di grande precarietà nel Paese e, nel mondo. Costituiscono, insieme agli altri studenti viaggiatori del trenino dell'Appennino, l’Ussu - unione studenti salinatori umbertidesi - che aveva lo scopo di promuovere e gestire le "saline" dalla scuola, da sviluppare nei primi due trimestri e da evitare nell'ultimo. Un giorno anche il professore di italiano, Raffaele Leone, dovette sorridere di fronte all'ironica risposta di Lamberto ad un rimprovero per un compito sbagliato. "Vede, professore, a lei che è un cristiano adamantino voglio ricordare una frase di Gesù: "Beatini gli ultimi, che saranno i primi!".







Questo atteggiamento quasi rinunciatario non gli impedisce di essere regolarmente abilitato alla professione del maestro, che esercita prima in brevi supplenze e poi nella scuola elementare di Colmotino di Cascia, di Reschio, di Civitella e del Capoluogo.

Per le sue capacità organizzative gli viene assegnato l'incarico di segretario della direzione didattica di Umbertide. Certamente per gli scolari non era facile sfuggire al turbamento dei passi inevitabilmente grevi delle sue leve, che imprimevano sinistre e ritmate vibrazioni alle volte dell'impiantito della segreteria e del corridoio al primo piano delle scuole Garibaldi. Ma, superato questo timore primordiale ed ottenuta la licenza elementare, i ragazzi che avrebbero avuto la fortuna di condividere con il maestro Beatini qualcuna delle tante esperienze di vita di cui è stato protagonista, sarebbero diventati suoi amici, indipendentemente dalla differenza di età. Il maestrone ha attraversato tutte le vicende positive della collettività, vivendole con passione e ricordandole con naturalezza, quasi come se tutto avesse fatto parte dello splendido gioco della vita, in cui persone normali si sono trovate a compiere atti anormali, senza particolari meriti se non quello di rispondere alla propria coscienza. Anche quando si trattava di rischiar grosso: la renitenza alla chiamata alle armi della Repubblica di Salò, la vita braccata alla montagna, la cattura e la conseguente prigionia fino alla liberazione della nostra regione. (Durante i sei mesi di permanenza nel "collegio", come lo chiamava, Lamberto, amante di tutte le creature, riesce con pazienza a rendere domestico un topino che tutte le mattine, verso le nove, entra nella cella dalle sbarre della finestra, mangia le palline di pane masticato ed essiccato, si lascia accarezzare e sazio, torna via).



Finita la guerra, è fra gli animatori dell'Unione Sportiva Umbertide, l'Usu, che presto primeggia nel calcio umbro: ma con la salita nelle classifiche cresce anche il mazzo di cambiali necessario a mantenere in piedi la squadra. Lamberto è tra i pochi a prendersi in carico - porco canaccio! - l'intero debito, anche se la situazione appare disperata. Ma la parola data va mantenuta ad ogni costo. Insieme agli amici riattiva la Piattaforma, cogliendo due piccioni con una fava: dare un'occasione di svago per dimenticare la guerra e mettere in moto un flusso finanziario in grado di saldare - nel corso di lunghi anni - i creditori; anche quelli che non ci pensavano più e che brindarono all'onestà nel corso del pranzo in cui era stata convertita l'ultima cambiale. Chiusa un'impresa, l'abitudine a lavorare gratuitamente per gli altri, non poteva sottrarlo alla nuova avventura di promuovere la raccolta del sangue: è tra i fondatori della sezione Avis di Umbertide, che rappresenterà un vanto ed un valore per la collettività. E per prevenire crisi di astinenza, è il primo firmatario della cambiale su cui si è basata la costruzione della sede sociale, che sarà pagata con i proventi delle pesche di beneficenza e con i generosi versamenti dei cittadini. Con una facilità quasi eccessiva per chi scherzosamente asseriva che l'esser debitori rappresentava la più efficace assicurazione sulla vita, per effetto degli interessati auguri di buona salute da parte dei creditori.

 

Mario Tosti (con la collaborazione di Raffaele Mancini)


Dal Calendario di Umbertide 1999






LA SEZIONE AVIS DEDICATA A BEATINI


“Il Consiglio Direttivo, sentito il parere anche di alcuni donatori che negli anni hanno collaborato per il funzionamento della nostra Avis, ha ritenuto di dare un doveroso riconoscimento ad alcuni soci che con il loro impegno hanno consentito la nascita, la crescita e l’affermazione della comunale e che sono stati un grande insegnamento sociale e morale per tutti.

Siamo tutti grati a questi maestri di vita: Lamberto Beatini, Mario Tacconi e Luigi Gambucci e ad essi portiamo sempre un doveroso rispetto dedicandogli sede e sale interne perché il loro esempio rimanga indimenticabile.”




La cerimonia di dedica delle targhe si è svolta il 17 dicembre dello scorso anno durante l’Assemblea dei soci presso la chiesa di San Francesco.








Da “Vita Avis” n.2/2023 e n.1/2024


Concludiamo con un breve video ripreso durante la cerimonia di intitolazione della sezione Avis di Umbertide:  il Presidente onorario, Rolando Tognellini, a fianco dell'Assessore alla cultura del Comune di Umbertide, Lara Goracci, ha ricordato la figura di Lamberto e la modalità di donazione del sangue del tempo. Donazione che veniva fatta anche direttamente su chiamata di un ospedale, per un uso immediato del sangue donato. In quel caso Rolando e Lamberto vennero chiamati a notte fonda e Lamberto donò due volte di seguito vista l'improrogabile necessità e la sua "stazza"...




Ringraziamo il Presidente Tognellini per le parole e Anna Beatini per il video.



11/2/24

LAMBERTO BEATINI
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