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La "Fratta" di Piccolpasso

La Fratta del 1565 di Piccolpasso...

La “Fratta di carta” di Cipriano Piccolpasso che analizziamo è in reltà una quadruplice veduta: la rappresentazione dall’alto di Fratta a "volo di uccello", la rappresentazione geometricamente strutturata delle sue mura ed infine, meno note, la sua posizione geografica nel contesto perugino e rispetto al Lago Trasimeno. Sono le uniche rappresentazioni disegnate di “Fratta” prima di passare a quelle successive, tutte stampate, che analizzeremo in seguito.


Le mappe si trovano in un manoscritto cartaceo, di cm 42 x 28, "Le piante et i ritratti delle città e terre dell’Umbria..." che analizzeremo sotto, con una data stimata di realizzazione tra il 1559-1579, probabilmente composto negli anni compresi tra l'inizio del pontificato di Pio IV, visto che nel manoscritto figura il suo stemma, e la morte del Piccolpasso. Al suo interno si trova del materiale cartografico e vedutistico che è frutto del lavoro svolto da Piccolpasso, quando nel 1565, data che indichiamo come realizzazione delle rappresentazioni di Fratta, fu incaricato dal governatore Francesco Bossi, vescovo, di compiere rilievi del territorio umbro sottoposto al governo di Perugia.


Il manoscritto comprende una raccolta di tavole con piante, carte geografiche e disegni in inchiostro bruno-nero realizzate dal Piccolpasso, come quelle già conosciute di la "Fratta di Perugia": una veduta a "volo di uccello" e una rappresentazione geometrica delle mura. Nelle piante riportate nel manoscritto ha attirato però la nostra attenzione una mappa completamente acquerellate a colori (la cc. 143v-144r): una tavola raffigurante il territorio del Governo di Perugia, con i suoi confini, perché è ben visibile la nostra "La Fratta" con la sua posizione geografica. Similmente abbiamo posto attenzione ad una quarta "carta" anch'essa acquarellata (la cc. 117v-118r) relativa al territorio del Lago Trasimeno dove si può vedere la rete viaria verso "La fratta" come viene indicata nelle carte a più "grande scala".


Bisogna comunque fare attenzione a procedere nell’analisi del manoscritto, che si raggiunge in forma digitale cliccando le immagine riportate, perché la nostra non è la sola "Fratta", visto che ne esiste un’altra vicino a Montefalco che viene riportata da Piccolpasso. Il nostro paese è come dicevamo, indicato come “Fratta di Perugia” quando è il soggetto principale della rappresentazione e come "La Fratta" nelle carte acquarellate.


Comiciamo dall'autore. Cipriano Piccolpasso è più famoso per le opere dell’arte della ceramica ("Li tre libri dell'arte del Vasaio") che a Casteldurante , oggi Urbania, nel ducato di Urbino dove nacque, si esercitava con notevole perizia, ma per Umbertide il suo nome si lega alla prima rappresentazione del borgo fortificato, evocativa e allo stesso estremamente particoleggiata che risale al XVI sec, lo stesso degli Statuti di Fratta


Cipriano, nato nel 1524, dopo un avvicinamento alla medicina si perfezionò nello studio dell’architettura militare, che nel ducato d’Urbino vantava una scuola di insigni matematici e architetti militari. Questo formazione la ritroviamo nella prospettiva della sua "Le piante et i ritratti delle città e terre dell’Umbria sottoposte al governo di Perugia", manoscritto da dove ricaviamo l’immagine e le fonti della Fratta del tempo. 




In  “Le piante et i ritratti delle città e terre dell’Umbria sottoposte al governo di Perugia”, Cipriano Piccolpasso scrisse a proposito della "Fratta di Perugia" che aveva una quantità di popolazione di 80 fuochi collegati al castello : “Fratta dei Figli di Uberto"... " fa fuochi circa 80.”. Gli storici in generale azzardano un numero di 4-6 “anime” per “fuoco”, possiamo di conseguenza stimare una popolazione da 320 a 480 persone presenti in quel momento nel borgo.


Dal punto di vista visivo va detto che abbiamo grazie a Piccolpasso la "pianta" conosciuta sicuramente più indicativa del nostro passato, di come si presentava Fratta nel '500 ad un viaggiatore.


Qua possiamo vedere la città, in una immagine "schiarita" rispetto agli originali che analizzeremo successivamente, per mostrare meglio i suoi particolari. Descrizione contestualizzata nel periodo storico coevo nella nostra pagina sulla "Fratta del '500''" curata da Fabio Mariotti.




Nel particolare qua sopra, quasi completo rispetto alla pianta di Fratta di C. Piccolpasso presente nel manoscritto che riportiamo integralmente sotto, in una vista a "volo di uccello" è riportata la fortezza di Fratta con le principali indicazioni morfologiche e viarie. Il punto di vista della descrizione, sembra, secondo il prof. Roberto Sciurpa in "Umbertide dalle origini al secolo XVI" , che "sia collocabile nella zona sotto Monte Acuto detta "La Polveriera". Il Tevere e il suo ponte sono ben evidenziate, assieme alle mura difensive e alle torri minori oltre alla alta "Rocca". Sono chiaramente riportate, inoltre, le tre porte della città: la "Porta castellana" a ponente per Città di Castello; la "Porta senza nome" nell'odierna Piaggiola per Montone e lo Stato di Urbino; la "Porta Romana" a mezzogiorno per l'attuale piazza S. Francesco e Perugia. Si può notare che la Fratta era allora completamente circondata dalle acque del Tevere e del torrente Reggia. Il ponte sul Tevere presenta 3 arcate che verso Città di Castello era protetto da una struttura muraria, probabilmente, con un ponte levatoio. La parte iniziale senza copertura della chiesa della "Collegiata" è già indicata fuori le mura con il nome "La Madona"; ben visibile è comunque la sua tipologia architettonica poligonare. Di notovele indicazione è la rappresentazione del salto dell'acqua del Tevere, che ci appare quasi "spumeggiante". Particolare che conferma la presenza di questa "diga" per la pesca e modulazione della forza delle acque, descritta approfonditamente nello studio svolto da Mario Tosti sulla della diga sul Tevere.



Diga che permetteva evidentemente anche una modulazione della portata del Tevere e rendeva possibile il funzionamento del Mulino, con "gualceria", più a sud, rappresentato con la ruota in posizione verticale; posizione che lo rendeva più produttivo ma esposto così alla forza delle acque del Tevere.




Sappiamo che nel suo breve soggiorno a Fratta il Piccolpasso, come di tutte le sue "fermate", tenne un accurato conto delle spese, Fabio Mariotti nella sua descrizione di Fratta del '500 ci riporta questa "nota spese" (già pubblicata nel "Calendario storico di Umbertide 2003 – Ed. Comune di Umbertide - 2003"):


"Conto delle spese sostenute 


- Per una cena a Sassoferrato baiocchi 10

- A coloro che me aiutaro a mesurare baiocchi 30

- Per il cavallo per la Fratta con il garzone baiocchi 25

- Per desinare a Segello et rinfrescare il cavallo baiocchi 50

- Per una cena alla Fratta col garzone et col cavallo baiocchi 35

- Per il cavallo per Castello baiocchi 30

- Per desinare et cena a Castello baiocchi 20

- Per desinare et cena a Castello baiocchi 20

- A coloro che me aiutaro a mesurare li muri baiocchi 30

- Per il cavallo per la Fratta baiocchi 30

- Per desinare et cena alla Fratta baiocchi 30

- A coloro che me aiutaro a mesurare baiocchi 10

- Per il cavallo per Perugia baiocchi 30

- E Più fatto dare alla famiglia de messer Paulo,

dette messer Gherardo soldato de fortezza per le

fatighe di detto messer Paolo baiocchi 50".


Possiamo supporre che il soggiorno fu piuttosto piacevole, visto la descrizione degli abitanti che Cipriano Piccolpasso riportò nel suo Le piante et i ritratti delle città e terre dell’Umbria sottoposte al governo di Perugia” che riporteremo integralmente in fondo all'articolo.


Del libro di Piccolpasso esistono tre manoscritti autografi , il primo il "Vittorio Emanuele n. 550" della Biblioteca nazionale centrale di Roma è stato digitalizzato ed è “fruibile” on line. Da esso abbiamo ripreso le nostre immagini e riflessioni su questa pagina. Il secondo è definito  "l’Urbinate latino”, n. 279 della Biblioteca apostolica Vaticana. Il terzo è in Umbria, il "n. 3064" della Biblioteca Augusta di Perugia. Qua sotto l'immagine del "Vittorio Emanuele n.550" che può essere esplorato direttamente, come il resto delle immagini che seguono, cliccando sull'immagine con rimando al materiale digitalizzato "Biblioteca Nazionale di Roma". La scelta di favorire la fruizione diretta delle fonti da parte nostra rientra, nella forte convinzione che la rivoluzione digitale può permettere oltre che la salvaguardia delle stesse anche un'approfondimento delle conoscenze.





Ci piace ricordare, inoltre, come in questo secolo avvenne la crescita della cartografia, grazie alla riscoperta nel secolo precedente dell mappe di Tolomeo durante l’Umanesimo, che diedero vita alla ripresa degli interessi e degli studi nella rappresentazione di “grandi mappe”. Mappe importanti non solo per scopi di navigazione o militare ma anche perchè portarono una diffusione e sensibilità nuova verso il desiderio di conoscere i confini di vecchi e nuovi mondi. Basta pensare ai versi dell’Ariosto nella “Satira Terza” (vv. 52-66) che preferiva viaggiare sulla “carta” piuttosto che continuare la sua vita diplomatica al servizio del Duca d’Este:


(vv. 52-66)“ Degli uomini son varii li appetiti:

a chi piace la chierca, a chi la spada,

a chi la patria, a chi li strani liti.


vv. 55 Chi vuole andare a torno, a torno vada:

vegga Inghelterra, Ongheria, Francia e Spagna;

a me piace abitar la mia contrada.


Visto ho Toscana, Lombardia, Romagna,

quel monte che divide e quel che serra

vv. 60 Italia, e un mare e l’altro che la bagna.


Questo mi basta; il resto de la terra,

senza mai pagar l’oste, andrò cercando

con Ptolomeo, sia il mondo in pace o in guerra;


e tutto il mar, senza far voti quando

vv. 65 lampeggi il ciel, sicuro in su le carte

verrò, più che sui legni, volteggiando.


Tornando a Cipriano ricordiamo che in qualità di architetto militare fu al servizio di  ben tre papi: Paolo IV, Pio IV e Pio V.  Il testo sulle città e i castelli dell’Umbria "Le piante et i ritratti delle città e terre dell’Umbria sottoposte al governo di Perugia”, probabilmente fu risistemato successivamente ai viaggi fatti quando, tra la fine del 1575 e il marzo del 1578, era stato nominato castellano della fortezza di Massa Carrara. Precedentemente, il 1° maggio del 1558,  era stato eletto "provveditore della fortezza Paolina di Perugia", in sostituzione dello zio Bernardino che era morto a Forlì. In quel momento Cipriano aveva solo 34 anni.




Soggiornò quindi a lungo a Perugia, ma nel 1575 ebbe guai molto seri, e fu costretto a lasciarla 4 anni prima di morire al ritorno nella sua città natale. Di sicuro questo allontanamento non fu voluto dal Piccolpasso ma avvenne per sentenza ducale: Piccolpasso non soltanto fu destituito dall’impiego militare, ma anche bandito dalla città e da tutta l’Umbria, Questo forse avvenne per problemi di carattere finanziario o per una rissa con Leandro de’ Sozi, uno studente di nobile famiglia perugina che lo aveva ripetutamente insultato.


In precedenza però, nel 1565, passò probabilmente a Fratta dove realizzò i disegni qua sotto. Cliccando si viene indirizzati alla pagina navigabile online, con l'opera originale digitalizzata, dalla Biblioteca Centrale di Roma del manoscritto "Vittorio Emanuele n. 550". La veduta "a volo di uccello", in forma completa di Fratta, già analizzata sopra, è la prima che riportiamo.



Quello che si può notare di caratteristico, invece, nella seconda mappa qua sotto , cioè la rappresentazione geometrica della fortezza, è che viene ridisegnata dall'alto le mura e i torrioni di Fratta attorniati dal fiume Reggia ("la Reggia fiume") con il suo canale che chiude la fortezza a Tramontana congiungendosi con il Tevere. Inoltre si può notare che sono rimaste accennate a matita alcune zone fuori dalle porte (denominate "Borghi") di "Porta Romana" e della "Porta senza nome" che porta verso il Ducato di Urbino, ovvero verso Gubbio in direzione di Civitella. Sottolineamo che l'esistenza del "Borgo" fuori dalla "Porta senza nome", come il canale a Tramontana è una "novità", non è visibile nel disegno principale sopra (a "volo di uccello"), visto che il primo è una descrizione geometrica con vista tra "Ponente" e "Mezzogiorno", che guarda Fratta da "Porta Romana" e rappresenta solamente la parte del borgo fuori le mura che guarda verso Monte Acuto.



Invece per quello che riguarda la posizione di Fratta nel territorio perugino, forse il foglio più significativo però è il seguente, che è poco noto. Non si tratta di una descrizione di un castello o borgo, ma di una "mappa cartografica pregeodetica", acquarellata, che rappresenta un territorio vasto ed omogeneo, mettendone in risalto alcuni aspetti essenziali: la posizione delle città e borghi fortificati tra di loro, l'idrografia essenziale e la rete viaria che "si manifesta" per via dell'attenzione alla rappresentazione dei "ponti". La posizione di Fratta, con il suo ponte in bella evidenza per il transito di persone, merci e armati, sta lì, a metà strada tra “il Piano di Città di Castello" (indicata in “D”), e la città di Perugia con i suoi tre ponti. L'unico passaggio stabile tra sponda sinistra e destra del Tevere per un lungo tratto del fiume tra Perugia e Città di Castello.




Ma soprattutto la posizione del ponte è in un'incrocio “ortogonale" rispetto alla pianura del Tevere tra le vie di comunicazione verso Stato di Urbino (indicata in “B”), e lo "Stato di Fiorenza" (indicata in “A”). Ne esce una posizione a “crocicchio” di importanza commerciale e militare tra Città di Castello, Gubbio, Perugia e Cortona, ruotando da Nord (“Tramontana”) ad est (“Levante”) e poi a Sud (“Mezzogiorno”) ed ovest (“Ponente”).



Oltre alla posizione di confine, tra "Stato di Fiorenza", territori papali e Ducato di Urbino, la posizione militarmente strategica di Fratta è "arricchita" dalla sua posizione stategica per il commercio, proprio perché si situa nel punto di restringimento maggiore della pianuta fluviale del Tevere, come è in effetti nella realtà e come è visibile a sud del borgo fortificato anche nella rappresentazione orografica semplificata del Piccolpasso.

Una simile descrizione dell'importanza di Fratta come elemento fortificato lungo le principali vie di comunicazione la ritroviamo in un altra carta di Piccolpasso, sempre con la rappresentazione acquarellata del territorio, dove la nostra "La Fratta" è rappresentata nel disegno relativo al Lago Trasimeno e al territorio Toscano di anche oltre confine (c. 117v-118r). Citiamo a proposito di questa carta come Piccolpasso un particolare di interesse alla storia passata, ovvero che nella pianura di "Sanguineto" compare una indicazione relativa alla battaglia del Trasimeno dove "fu rotto Flaminio", ovvero sconfitto il console Flaminio. In questa carta si può individuare anche l'interesse di Piccolpasso per alcuni aspetti viari, e allo stesso tempo idrografici. Infatti a poca distanza da "La Fratta" a nord, viene rappresentato un percorso che segue un'affluente del Tevere, che è il torrente Niccone. Torrente che scorre lungo l'omonima valle che porta fino allo "Stato di Fiorenza" e a Cortona, passando dai castelli di "Sorbello" e "Reschio", che vengono riportati con le loro colline isolate dal reale contesto orografico, fino ad indicare altre più brevi percorsi viari, che sembrano ricalcare anche qua altri affluenti del torrente Niccone, che si trovano in "Pian di Marte", che viene indicato con la lettera "D" e della quale legenda non riusciamoa decifrare bene il contenuto. Percorsi e castelli che vengono indicati per rimarcarne l'importanza di controllo della rete viaria da "La Fratta" allo "Stato di Fiorenza", immaginiamo per la loro importanza sia commerciale che militare.

Si può fare una considerazione anche se piuttosto "ardita": la posizione geografica e viaria dell'antica Fratta può essere estensa all'attuale Umbertide e trarre delle conclusioni. La posizione di questo antico borgo tra la valle del Niccone e dell'Assino e punto di passaggio con il suo ponte lungo il Tevere con la sua pianura alluvionale, hanno probabilmente determinato il suo valore di centro commerciale nei secoli, o la sua rilevanza militare anche, e sfortunatamente, visibile durante il bombardamento nel secondo conflitto mondiale. Ma questa caratteristica ha anche permesso, prima con la realizzazione della ferrovia e poi con la nuova rete di infrastrutture viarie create nel secondo dopoguerra, di permettere lo sviluppo dellla città. Sviluppo che ha, infine, riguardato anche per l'aspetto industriale legato prima all'industria metalmeccanica e ora soprattutto all'"automotive"; sviluppo che continua per il "criterio di prossimità" che facilità lo sviluppo di un "indotto" attorno ai nuclei industriali che si formarono a partire dal dopoguerra, favoriti dall'impianto delle vie di comunicazioni. Comunicazioni oggi soprattutto sviluppate con traffico su gomma.





Tornando alla carta acquarellata (c. 117v-118r) del Trasimeno, notiamo un particolare ulteriore che sceglie di rappresentare il Piccolpasso: rappresenta "La Fratta" con il suo monte di fronte, anche esso isolato dal contesto orografico, denominato "M. aguto". Rilievo riportato questa volta probabilmente per la sua imponenza; caratterizzazione questa, però, che sta assieme a quella di unico borgo con il ponte sul Tevere tra Perugia e Città di Castello, aspetto di carattere militare ed economico. Per quanto riguarda questa rappresentazione di "M. aguto", che è difforme iconograficamente dagli altri rilievi riportati nelle carte del manoscritto, non ci sembra che sia causale la scelta del disegno del rilievo da parte del Piccolpasso, in effetti è così "Monte Acuto": il rilievo principale, che sfiora i 1000 metri, con la "La Cerchiaia", intorno ai 700 m. s.l.m., rilievo più basso a lato. La sua sagoma è veramente come viene rappresentata, come disegnerebbe un monte bambino, solo che che nell'iconografia di Piccolpasso appare invertita la visuale, con la "La Cerchiaia" più bassa verso "Mezzogiorno", verso Perugia, piuttosto che verso "Tramontana", indicativamente verso "Città di Castello come è in realtà. Ovvero disegnata come se "Monte Acuto" fosse visto da "Fratta".


Concludiamo con la descrizione delle distanze in "miglia" dagli abitati principali, e poi delle caratteristiche del luogo e degli abitanti che Cipriano Piccolpasso fece della città:


"Confini della Fratta di Perugia:


Tramontana a ponente

Città di Castello lontano miglia X, per confini miglio I;

Montone lontano miglia III, per confine miglio 1/2;

Montalto lontano miglia I, per confini miglia 1/2;

Monte Migiano lontano miglia 2 - 1/2, per confini miglia 1;

Monte Castello lontano miglia 3.


Ponente a Mezzogiorno

Preggio lontano miglia XII;

Castel Rigone lontano Miglia XIII.


Mezzogiorno a Levante

Perugia lontano miglia XII;

Assisi lontano miglia XX.


Levante a Tramontana

Gubbio lontana miglia XII;

La Serra e Civitella lontani miglia II."



E poi la descrizione vera e propria dell "Fratta di Perugia", con la sua alta Rocca torre alta 100 piedi in circa", il suo Tevere a caratterizzarla, "lago chiarissimo ma dannoso" e una descrizione che non tenne conto del contado e della produzione agricola del contesto locale, "No hanno bestiami ne pasture", ma riporta fedelmente le attività interne al borgo, come la produzione di armi e l'attività dei Fabbri ferrai, "Qui si lavor benissimo di archebugi et d'Armi d'Aste", ricordando però, l'indole pacifica e difensiva della fortezza "quivi non sono armi di nisciuna sorte" :


“Fa fuochi circa 80.


Questo è un luogo piccolo ma bello et di gioconda stanza e bella veduta. ha il Tevero

alla parte volta verso ponente a guisa di lago chiarissimo ma dannoso et di

grande periculo al luogo imperoche se ni de gli provede in poco tempo corodendo

come di già ha prencipiato e fatto, se porterò via il luogo intiero.

Gli huomeni di questo paese sono diligenti, ingeniosi, solecciti et aveduti

impero che il loro poco sito per il continuo essercitarlo lo fanno fruttare larga

campagna e luogo grandissimi

Qui si lavor benissimo di archebugi et d'Armi d'Aste

Le muraglie per vecchie son di soda matteria et durissime ma da per tutto vi è sopra le case.

La Rocca è di grosse mura cinta e ha una torre alta 100 piedi in circa.

No hanno bestiami ne pasture

quivi non sono armi di nisciuna sorte".



Ci auguriamo che il giudizio di Cipriano Piccolpasso sulle persone che abitavano in questo luogo si conservi anche nel futuro, indicandoci l'importanza soprattutto del patrimonio storico e sociale da proteggere, valorizzare ed incrementare dell'antica Fratta, oggi Umbertide...

"Gli huomeni di questo paese sono diligenti, ingeniosi, solecciti et aveduti impero che il loro poco sito per il continuo essercitarlo lo fanno fruttare larga

campagna e luogo grandissimi...".


(8/04/2023 - Francesco Deplanu)




Fonti:


https://www.umbertidestoria.net/la-fratta-del-cinquecento


https://www.treccani.it/enciclopedia/cipriano-piccolpasso_%28Dizionario-Biografico%29/


https://it.wikisource.org/wiki/Satire_(Ariosto)/Satira_III


https://www.umbertidestoria.net/tesi-di-laurea (Tesi di Laurea di Anna Maria Boldrini utilizzata per la trascrizione e confronto del manoscritto di Piccolpasso: pp. 37-39 della sua tesi di Laurea "Architetture rurali nell'Alta valle del tevere: Umbertide nel se. XVI", a.a. 1990-91)


https://www.umbertidestoria.net/statuti-della-fratta-1521


https://www.umbertidestoria.net/la-grande-diga-sul-tevere


https://manus.iccu.sbn.it/risultati-ricerca-manoscritti/-/manus-search/cnmd/69561?


Roberto Sciurpa: "Umbertide dalle origini al secolo XVI" – Petruzzi Editore, Città di Castello, 2007



Immagini:


Immagini e particolari estratte dal Manoscritto autografo con disegni (raggiungibile direttamente cliccando sule immagini riportate sopra nell'articolo) , ""Le piante et i ritratti delle città e terre dell’Umbria sottoposte al governo di Perugia””; copia con firma definito "Vittorio Emanuele n. 550" della Biblioteca nazionale centrale di Roma:


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/147


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/148


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/149


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/150


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/151


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/223


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/234


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/184


http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittoantico/BNCR_V_E_550/BNCR_V_E_550/184


(a cura di Francesco Deplanu 30 maggio 2023)


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