storia e memoria
Di Massimo Pascolini
Il 13 settembre 1943, nella casa di Bonuccio Bonucci in località San Faustino, prese il via la formazione partigiana che operò nei territorio ai confini di Umbertide, Montone e Pietralunga.

L'origine della formazione partigiana che ha segnato la storia della Resistenza nella porzione di territorio situato alla sinistra del fiume Tevere si fa comunemente risalire al 13 settembre 1943, quando Bonuccio Bonucci si incontrò con un gruppo di esponenti militari e civili nella casa di sua proprietà, situata nei pressi di San Faustino, con lo scopo di dar vita a un'organizzazione armata per combattere il nazifascismo. All'incontro fondativo erano presenti, tra gli altri, l'avvocato eugubino Gaetano Salciarini e l'ufficiale tifernate Stelio Pierangeli, il pilota Mario Bonfigli. Questo ultimo era fuggito in aereo da Fano insieme al tenente Lamberto Olivari ed aveva effettuato un atterraggio di fortuna presso Castiglione del Lago.

In seguito a quella data si verificarono diverse riunioni clandestine dove vennero gettate la basi per un movimento partigiano intento ad ostacolare l'arruolamento nell'esercito repubblichino ed avente come obbiettivo ultimo una lotta armata contro l'invasore tedesco ed il fascismo. L'inizio dell'attività partigiana viene fatta risalire al 20 settembre 1943 con l'iscrizione dei primi partigiani: Pierangeli Stelio (Capitano - “Geo Gaves”. Prese il comando della Brigata dopo l'arresto di Bonucci), Bigiotti Vittorio (Tenente), Bonfigli Mario (Tenente detto “Mefisto”, vice comandate).

Successivamente arrivarono Guerrizio Luca Mario (Tenente Colonnello) il 10 ottobre 1943, Della Ragione Livio (Tenente) 15 febbraio 1944, Enei Bruno (Capitano) 15 giugno 1944. Nei primi mesi del 1944, grazie anche per la renitenza dei giovani alla chiamata della repubblica di Salò, la San Faustino aumentò sensibilmente il proprio numero. Non esiste un dato certo, ma il numero dei partigiani dovette oscillare nel corso del tempo tra un minimo di 80 unità e un massimo di 348 unità. Nel territorio collinare compreso tra Umbertide e Montone, chi voleva rendersi irreperibile ed andare alla macchia solitamente si arruolava nella brigata. Si vennero così a formare nuclei più o meno organizzati di partigiani o semplici renitenti a San Faustino, a Capanne, a Caimattei, a Montebello, a San Benedetto e a Montelovesco. Successivamente la Brigata si organizzò in quattro gruppi: il gruppo di Morena nel Buranese che dopo l'arresto di Bonucci (febbraio 1944), divenne sede del comando della Brigata, il gruppo Montebello a Valdescura, il gruppo Capanne a Umbertide e Montone, il gruppo Cai Rocchi a Pietralunga. Questi raggruppamenti mancavano quasi completamente di armi ma si preoccupavano soprattutto di sfuggire alle ricerche di fascisti e tedeschi e di sopravvivere ai rigori dell'inverno soprattutto grazie all'aiuto delle comunità che li ospitavano di nascosto.

Il partigiano Domenico Bruschi sorrideva quando raccontava il suo armamento: “una pistola ed una bomba a mano”. Sempre Domenico ci racconta che nel gruppo di Capanne l'unica arma, a parte qualche vecchia doppietta e vecchi moschetti, era una vecchia mitragliatrice che trasportavano grazie ad una cavalla tanto era pesante. La Brigata riuscì così a coprire un vasto territorio compreso tra Città di Castello, Apecchio, Gubbio e Umbertide. Un territorio per altro considerato strategico dai tedeschi interessati a tenere libere le retrovie per garantire i rifornimenti al fronte meridionale e successivamente per garantirsi la ritirata verso la linea Gotica. Nonostante la carenza di armi, la brigata fece vari assalti a caserme della Guardia Repubblicana e sabotaggi alle strade di comunicazione.

Le principali azioni possono essere così riassunte:
- 23 febbraio 1944: I partigiani della “San Faustino” assieme alla V Garibaldi Pesaro attaccano un deposito tedesco a Cagli (PU).
- 23 marzo 1944: Battaglia di Serramaggio (al confine dei comuni di Gubbio, Pietralunga e Cagli) fra partigiani della “San Faustino” e militari della Wehrmacht.
- 9 aprile 1944: Un gruppo della “San Faustino” attacca e disarma il posto di avvistamento a Bocca Serriola (Città di Castello).
- 11 aprile 1944: Un gruppo della V Garibaldi, con reparti della “San Faustino”, occupano la caserma di Apecchio (PU), procedendo poi alla distribuzione alla popolazione dei generi alimentari.
- 21 aprile 1944: Gruppi della “San Faustino” attaccano il treno della Ferrovia Appennino Centrale alla stazione di Mocaiana (Gubbio), catturando e disarmando dieci militi.
- 5 maggio 1944: Reparti della V Garibaldi, con reparti della “San Faustino”, attaccano e disarmano la caserma di Cagli (PU).
- 28 aprile 1944: Partigiani della “San Faustino” attaccano la caserma di Pietralunga; occupano la città e nominano degli amministratori antifascisti. È l'inizio dell'esperienza di “zona libera”.
- 6 maggio1944: Partigiani della “San Faustino” attaccano e disarmano la caserma di Montone, ma si imbattono in un reparto tedesco. Nello scontro rimane ucciso il partigiano Aldo Bologni.
- 19 maggio 1944: Presso i laghi di Scalocchio (Apecchio, PU) ha luogo uno scontro fra i nazifascisti e la “San Faustino” (che ora aggiunge al nome anche “Proletaria d'urto”) insieme a reparti della V Garibaldi.
In risposta a tale attività partigiana sono da considerare i grandi rastrellamenti della primavera del '44 che presero di mira la popolazione inerme. Ben 57 persone furono fucilate sul posto nel rastrellamento del 27 marzo, ai primi di maggio vi furono altre vittime e la chiesa di Morena fu incendiata.

Fu solo grazie alla mediazione del console americano Orebaugh, che gli alleati provvidero ad inviare alla Brigata armi e denaro con un lancio avvenuto con aerei nella notte del 1° maggio del 1944.
Proprio in quel giorno La San Faustino fu artefice della breve esperienza della “zona libera” di Pietralunga ove dopo 22 anni si tornava a festeggiare la Festa del Lavoro.
La Brigata venne sciolta nel luglio del 1944 con l'arrivo degli alleati che tolsero a tutti i partigiani le armi e furono inviati a Casalina per essere schedati. Molto alto fu il prezzo pagato per la conquista della libertà, sia da parte dei civili che dei partigiani. Presso Ponte San Giovanni (PG) nel 2010 nella ricorrenza del 65° Anniversario della Liberazione di Perugia è stata inaugurata un lapide a ricordo dei 62 caduti della Brigata Proletaria d'Urto San Faustino.
BIBLIOGRAFIA:
- Pietre della Memoria, Pietre, Seconda Guerra Mondiale.
- Luciana Brunelli in Umbrialeft.it, Politica, la Brigata San Faustino e l'attualità della resistenza.
- Tommaso Rossi, Tracce di Memoria. Guida ai luoghi della Resistenza e degli eccidi nazifascisti in Umbria.
- Alvaro Tacchini: Guerra e Resistenza nell'Alta Valle del Tevere.
- Bitti Angelo: La Guerra ai Civili in Umbria (1943-1944). Per un atlante delle stragi naziste.
