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La Preside

La preside Gandin

La preside Gandin

 La preside Marta Gandin




Mario Tosti e Giovanni M. Bico hanno tratteggiato, per il Calendario di Umbertide 1999, la figura di Marta Gandin, per tutti la Preside, che ha lasciato un’impronta indelebile nella scuola umbertidese e in particolare nella media “G. Pascoli” che tutti in città considerano da sempre una “sua creatura”.




Emiliana di nascita, toscana di studi, umbertidese di adozione per tutta la vita, Marta Gandin eredita il culto del dovere e della coerenza dal padre pretore e dallo zio generale, comandante della divisione Acqui, fucilato a Cefalonia insieme a moltissimi suoi soldati per essersi opposto all'ingiunzione dei tedeschi di consegnare le armi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.



Chi l'ha conosciuta solo superficialmente può aver percepito come severità il rigore e la serietà con cui affrontava ogni esperienza, in particolare quella - assorbente - della scuola. La scuola media "Pascoli" è sua creatura "non solo - usando le parole del vescovo Pietro Bottaccioli nel ricordo durante la messa esequiale - per averla retta per quasi quarant'anni, ma per avervi trasfuso le ricchezze del suo animo forte e gentile in un'opera assidua, meticolosa, paziente, tenace, incisiva di educazione, che ha segnato profondamente l'Istituto".



La sua figura minuta quasi la faceva confondere con i più sviluppati tra i suoi allievi.

Ma quando, puntualissima, pochi minuti prima dell'inizio delle lezioni, la sua sagoma si profilava nelle vicinan ze del cancello del prato antistante la scuola, i ragazzi erano particolarmente pronti - sospesi gli ultimi scampoli di gioco fra i vecchi noci - ad allinearsi ai lati del suo cammino per porgerle il buongiorno, come allora usava verso tutti i professori.



E lei procedeva eretta, con passo svelto, le scarpe divaricate, la borsetta appesa al braccio teso, memore della cartella scolastica, guardando uno per uno negli occhi, con il sorriso misurato e lo sguardo vivissimo. Era gelosa dell'autonomia della scuola che proteggeva con grande energia, ma senza chiusure verso il mondo esterno.



Agli insegnanti chiedeva preparazione, impegno, senso di responsabilità e attitudine a guardare i ragazzi come persone, prima che come alunni. Ricordava sempre a tutti di trasmettere non solo cultura, ma valori, con la parola e soprattutto con l'esempio; valori nei quali credeva fermamente, che debbono accompagnare un ragazzo tutta la vita per farne un uomo.



Conosceva tutto dei suoi alunni: l'impegno nello studio, i momenti difficili, i problemi personali e familiari e, a buon bisogno, sapeva dare suggerimenti e consigli che aiutavano un adolescente a superare situazioni problematiche non solo scolastiche. Non si stancava di ricordare che la scuola è, soprattutto, formazione della persona e che chiedere ai ragazzi di impegnarsi in modo costante e serio, di rispettare le "piccole regole", di accettare i sacrifici, era il modo più giusto per prepararli ad affrontare la vita, per aiutarli a diventare forti, capaci di fronteggiare le inevitabili prove dell'esistenza.



Agli insegnanti, quando erano chiamati a valutare situazioni difficili, raccomandava di tener conto non solo della crescita culturale, ma anche dell'atteggiamento assunto davanti alle difficoltà, della disponibilità ad accogliere la guida dei professori, dello sforzo compiuto per crescere come persona. Sapeva ascoltare, capire, consigliare: era un prezioso punto di riferimento su cui si poteva far conto in ogni momento. Come insegnante e come preside ha messo se stessa al servizio della scuola con totale disponibilità ed ha usato la sua preparazione culturale unita ad una grande umanità per aiutare a crescere generazioni di ragazzi, avendo, come obiettivo, quello di farli diventare uomini onesti, responsabili e liberi.


Una dedica da lei scritta in uno dei libri di cui la scuola omaggiava chi si distingueva per impegno, ancora oggi incoraggia a "ricordare - anche quando sarai grande - che il lavoro compiuto con serietà ed entusiasmo dà sempre soddisfazione e serenità". Sottintendendo: indipendentemente dai riconoscimenti.



Giovanni M. Bico - Mario Tosti


Dal Calendario di Umbertide 1999

12/11/23

La Preside
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