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Fig. 1: Carta generale del territorio comunale di Umbertide con distinzione delle tipologie insediative (elaborazione creata sul modello realizzato dall’Associazione Pro Loco di Umbertide). I toponimi ivi riportati si riferiscono a quelli degli insediamenti trattati nella ricerca. 

Luglio

1° luglio... distruzione e liberazione...

1° luglio

Distruzioni a Pierantonio. (23)


A Montecorona è stata distrutta la “Casa del Fascio e del Dopolavoro”, la “Colonia Elioterapica “e la stazione della Ferrovia Centrale dell’Appennino, posta a Est della Strada Nazionale, a decine di metri dal cavalcavia.


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Attacco degli alleati (7)


Le truppe indiane, arrivate nei giorni scorsi, sono già impegnate all’attacco di Ripa.

Completato l’addestramento a Venafro, anche il 1° Battaglione Durham di fanteria leggera, partito da Roma un paio di giorni fa, è arrivato a Perugia lungo la SS3.


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I tedeschi distruggono i ponti.


Nell’imminenza dell’avanzata degli alleati, i tedeschi hanno minato e demolito i ponti del centro storico di Umbertide per ostacolare la loro avanzata: quelli ferroviari sul Tevere e sulla Regghia e quelli stradali sulla Regghia verso la chiesa di Santa Maria.




Fig. 1: . Il ponte ferroviario sul Tevere distrutto, da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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È stata abbattuta l’estremità di appoggio al pilone Nord della campata centrale del ponte ferroviario sul Tevere.


Fig. 2: Il ponte sul torrente Regghia distrutto da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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È stato minato il ponte ferroviario sulla Regghia


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Distrutti anche i ponti stradali del circondario. (30)


Sulla strada verso Perugia, alla destra del Tevere, sono stati minati i ponti di Ramaccioni, di Gamboni, della Cava e quelli sul Nese;

-  sulla parte verso Città di Castello, il ponte sul Niccone (in alternativa si utilizza con una deviazione il ponte della ferrovia, ancora intatto; il ponte a Banchetti; tre ponti nella valle del Niccone;

-  sulla strada verso Perugia, il Ponte sull’Assino.


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I tedeschi in ritirata.Umbertide le truppe tedesche si sono spostate verso Niccone, Montecastelli, Coldipozzo e Montone.



Fig. 3: Le truppe tedesche oltrepassano Montecastelli, da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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Due giovani soldati tedeschi allo sbando sono entrati con prepotenza in un casolare al Faldo di Sopra, dove Alfredo Biagioli, un ragazzo molto robusto e impavido, faceva da guardia ai materiali da sellaio del suocero Andrea Cecchetti.

Uno dei due ha preteso di avere del cibo. L’altro ha tentato di spaccare un mobile con il calcio del fucile per prendere il contenuto dei cassetti. Alfredo ha afferrato l’arma e con l’altra mano lo ha colpito con un cazzotto, stendendolo.

I due soldati sono scappati via, lasciando a terra il moschetto. Uno dei due ha sparato contro la porta, colpendo il muro, dove ha lasciato il segno.

I presenti hanno rimproverato Alfredo per la reazione, temendo una rappresaglia. Hanno deciso di fare una trincea per essere pronti a difendersi. Le donne e i bambini sono stati fatti allontanare.


Testimonianza di Beppe Cecchetti, cognato di Alfredo


Fig. 4: Posizionamento ordigno per far saltare l ponte sul Tevere a Montecastelli.da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".




Fig. 5: Il ponte ul Tevere a Montecatelli distrutto, da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".

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Vittime militari umbertidesi (30)


Rossi Vincenzo, 8° C.A., artigliere, disperso in Germania. Porrini Enrico, di anni 61, per rappresaglia a Pian d’Assino.


2 luglio

Il medico cecoslovacco disertore.


“Da diversi giorni, un ufficiale medico cecoslovacco, disertore dell’esercito tedesco, si nasconde al vocabolo Bruciati, sulla strada per San Benedetto. Vestito da contadino, visita e dà buoni consigli ai malati della zona, dopo essersi ben accertato della loro affidabilità.

Oggi sono capitati alcuni tedeschi in motocicletta che si sono subito recati in cantina. Uno, più solerte degli altri, ha ispezionato la casa, scoprendo un ripostiglio con una brandina, una divisa e stivali in dotazione ai tedeschi.

È scoppiato il finimondo; tutti sono stati raggruppati nell’aia. Sotto la minaccia delle armi, il vecchio patriarca giurava “no essere partisan”, supplicando clemenza. La nonna ha cercato di tranquillizzare il nipotino, che aveva coperto sotto lo “zinale” nero per impedirgli di guardare: Sta bono cocco, ché tra ‘n po’ vedi ‘l Signore.

Per fortuna è ritornato il medico che, urlando dei comandi perentori, ha bloccato i soldati.

La gente del posto l’ha scampata. Ma il medico ha dovuto rivestirsi da ufficiale e riaggregarsi all’esercito tedesco”.


Testimonianza di Emilio “Aldo” Gargagli


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Avanzata degli alleati da Perugia a San Giovanni del Pantano (7)


Nel versante ovest di Montecorona e Monte Acuto, il 1° Battaglione Durham, ha conquistato posizioni: da Perugia, a Migiana, a San Giovanni del Pantano.

Dal 30 giugno, il Quartier generale principale alleato si era stabilito a Villa Albini, posta ad un paio di miglia a nord di Perugia, lungo la strada verso Magione.

Oggi è stato spostato a Palazzo del Cardinale, nelle vicinanze di San Giovanni del Pantano.

Nel contempo, il nemico ha cannoneggiato da Monte Acuto l’area ad ovest di monte Tezio, con un’intensità di sei colpi al minuto.

Truppe tedesche sono state avvistate o segnalate a Preggio, Bastia Creti, Monestevole, San Bartolomeo. I cannoni tedeschi hanno continuato a sparare da Palazzetto, Galera ed Arcelle.


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Report della settimana finita il 2 luglio (40)


Con l’accelerazione della velocità di avanzamento, gli ufficiali sono stati avvertiti di procedere verso Umbertide

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Avanzata degli alleati a Pierantonio. (12)


Dopo il superamento dell’ostacolo di Ripa, agli alleati si è aperto l’accesso all’Alta Valle

del Tevere.

«La 10a brigata si è ricongiunta con la 20a e la 25a, che nel frattempo si erano mosse in

avanscoperta con grande difficoltà: arrampicate, declivi, guadi, campi di grano; ancora salite, discese, ruscelli. La retroguardia tedesca è stata quasi raggiunta, a dieci miglia a nord di Perugia: è arroccata sul Monte Corona, una cima molto boscosa, e sul Monte Acuto, un largo pan di zucchero pelato.

Il nemico ha dimostrato di resistere agguerritamente da quelle alture. Il reparto 4/10 Baluch ed il 2/4 Gurkha (nepalesi ed indiani N.d.R.) hanno deviato con una lunga marcia notturna in un terreno inesplorato. Prima dell’alba, i Gurkha si sono gettati all’assalto di Monte Corona ed i Baluch di Monte Acuto. Dopo la sorpresa iniziale, i tedeschi hanno reagito energicamente: con un contrattacco, la mattina del 3 luglio hanno respinto i Baluch, che avevano occupato la cima di Monte Acuto. Un assalto simile contro i Gurkha ha avuto meno successo.

Allo stesso tempo, il 3/1 Punjab ed il King’s Own, a dieci miglia da Perugia, hanno trovato nel villaggio di Pierantonio una noce dura da schiacciare.

Un nido di mitragliatrici, posizionato nell’altura del Colle del Sole che domina Pierantonio, blocca gli Alleati.


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Un soldato impavido (22)


In particolare è rifulso il valore del soldato semplice A. J. Baldwin, che è riuscito a strisciare fino alla mitragliatrice nemica posta sull’altura di Colle del Sole, catturando i cinque tedeschi che si trovavano in trincea.


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Sosta dei tedeschi nella chiesina di Santa Cecilia.

Dopo la perdita di Colle del Soli, i tedeschi si sono ritirati in direzione Tazze del Mussino, per risalire verso la chiesina di Santa Cecilia, con dei muli carichi di armamenti. La cinquantina di persone sfollate nella chiesa li hanno visti arrivare: un ufficiale e un paio di soldati sono entrati, si sono genuflessi ed hanno fatto il segno della croce. Poi si sono allontanati, facendo un segno di saluto con la mano... con grande sollievo per i presenti.


Testimonianza di Rolando Tognellini


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Avanzata a ovest (12)


Dopo una marcia di avvicinamento del Battaglione Durham da ovest che ha sorpreso il nemico, la posizione è stata conquistata.

L’attacco portato nella notte è costato al Battaglione inglese la perdita di 3 ufficiali e 33 soldati, 12 dei quali sono morti.


3 luglio


Avanzata degli alleati da Pierantonio a Umbertide (12)


Il pomeriggio, una pattuglia è andata in perlustrazione ad Umbertide: la cittadina, agglomerato di case grigie e gialle che si diramano sul piano come tentacoli intorno ad una antica rocca, è apparsa severamente colpita. Non ha trovato nemmeno l’ombra del nemico”.



Figura 6: Appena a Sud di Pierantonio, un carro armato si dirige verso il Tevere. Sullo sfondo le due gobbe del Monte Tezio e Palazzo Waddington ad Ascagnano. Immagine da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".




Figura 7: A Pierantonio due carri armati entrano nella strada nazionale. Sullo sfondo a sinistra, il ponte sul Nese, da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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Morti civili umbertidesi. (30)


È morta Vaiani Rosa, per schegge di granata.



Fig. 8: Attacco a Pierantonio. Immagine da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


4 luglio


Avanzata degli Alleati per la Madonna della Costa (12)


Le truppe del Tredicesimo Corpo d’Armata sono avanzate ad est del Lago Trasimeno, dopo aver conquistato l’importante strada verso Cortona.

“Questo successo ha stretto fra due fuochi il nemico, che si è ritirato prima che ogni varco fosse chiuso. I combattimenti sui due monti sono cessati: i tedeschi, ritiratisi oltre le colline a nord del torrente Niccone, si sono fermati lungo il fiume Nestore per prendere respiro e prepararsi a fronteggiare gli inseguitori”.

Dopo aver conquistato Monte Acuto e Monte Corona, gli alleati li tallonano con colpi di cannone e di granate dalla Madonna della Costa verso Preggio, Bastia Creti, Monestevole e San Bartolomeo.




Fig. 9: Carro armato Sherman avanza verso Preggio, da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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Sterminata la famiglia Braconi a Preggio. (3)


Preggio si è trovato in mezzo agli scontri, per la presenza dei tedeschi sottoposti al cannoneggiamento da Palazzetto, Galera ed Arcelle.

Alle ore 20 è stato centrato un casolare in località Monsiano, dove viveva la famiglia Braconi, nota come Moschino: il padre Gelido e la madre Isolina con sei figli di età da 4 a 19 anni.

Sono morti tutti, meno la madre che, gravemente ferita, è stata ricoverata all’ospedale di Perugia [morirà dopo un mese N.d.R.].

I soccorritori hanno trovato nella stalla solo pezzi di carne umana e due buoi morti.


[Testimonianza di Pignattini Mariano]


Sono stati sepolti nel cimitero di Preggio, in tre bare: in una hanno dovuto sistemarci tre bambini...Forse a seminare la morte è stato il cannone piazzato sotto una grande quercia ad ovest della Valcinella, in un’area dove gli inglesi avevano piazzato le tende e gli indiani scavato le buche dove passare la notte.


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Ferito Giuseppe Marconi a Preggio


“Quella mattina cominciò a suonare la sirena che annunciava l'inizio dei bombardamenti e, come le altre volte, lasciando tutto in casa, corremmo verso il solito posto.

   Era una giornata piena di sole che, una volta entrati nel rifugio, riuscivo ad intravvedere attraverso l'unica finestrella di quello stanzone. Tutti i presenti, come al solito, erano ammutoliti, silenziosi, in attesa. Non dovemmo aspettare molto tempo che l'attesa fu interrotta, non dal solito sibilo che precede uno scoppio, ma immediatamente una serie di scoppi rimbombarono dentro la stanza, così forti mai sentiti fino a quel giorno.

Tutti esclamarono: “E’ una bomba! È caduta proprio vicinissima!”.

Una granata era caduta infatti a meno di cento metri da dove era il nostro rifugio. Solo dopo lo scoprimmo. Tutti i presenti, udito quel forte boato, aspettavano ansiosi che il suono della sirena annunciasse la fine dell'allarme  per poter uscire e renderci conto di cosa fosse successo, mentre si era alzato un borbottio di voci che commentavano sgomenti l'accaduto.

Ma niente sirena. Passarono pochi minuti dallo scoppio quando qualcuno, che non riuscii a vedere, entrò nel rifugio gridando: “È morto Peppe! È morto Peppe (Giuseppe Marconi)!” Tutti si guardarono impauriti e, gridando e piangendo, si chiedevano chi fosse quel Peppe. "Peppe chi?" chiesero con foga e sconcerto i presenti, perché erano almeno tre i Peppe in paese. La paura, la disperazione, le urla per la sorte dell'uomo ucciso dalla granata, rimbombavano nella stanza come lo scoppio di prima. Finalmente arrivò il suono della sirena che indicava la fine del bombardamento e tutti uscirono di corsa dal rifugio cercando di conoscere chi fosse la persona colpita.”


Testimonianza di Paola Manieri


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Soldati avanzano a ovest di Polgeto. (8)


“Dalla chiesa della Costa, dalla Via Croce, da le Fonti, dai viottoli del Toppo, decine di soldati di bassa statura tirano dritto. Sbucano dappertutto. Molti vengono verso di noi con il fucile spianato e le baionette innestate. Non rispondono ai nostri saluti; a spallate e calci aprono le porte delle capanne e delle stalle. Sembrano assatanati e gridano: “Ghermanì! Ghermanì!”.

Con le armi in pugno incutono enorme paura. Anche perché sembra che abbiano bevuto molto più del necessario. Noi crediamo che si tratti di nordafricani, ma un soldato inglese, se non capiamo male, dice che sono nepalesi. Qualcuno di loro si ferma, si toglie l’elmo. Mentre s’asciuga il sudore, vediamo che ha la testa rapata, ma sulla nuca ha un ciuffetto di capelli un po’ lunghi…

Dietro di loro, come formiche, sbucano dappertutto altri soldati. Sono meno esaltati e molto più alti di statura. Sono di colorito chiaro, ma non mancano soldati di colore. Non c’è militare che non si sia mimetizzato con fronde di ginepro o ginestra; e poi, lungo la strada sterrata, che da Piandinese porta a Migianella, via Madonna della Costa, decine di piccoli carri armati molto veloci, anch’essi coperti di fronde e rami. Non vogliono dare nell’occhio al nemico in ritirata. E molte piante, prima mutilate dalle schegge, sono ora maltrattate dai cingoli di questi mezzi corazzati.

Per un po’ non si sente sparare un colpo e, nella babele delle lingue, gli ufficiali alzano la voce: non vogliono che i soldati diano fastidio alla popolazione. Soprattutto alle donne.

Sul far della sera i primi soldati si fermano alla Buca dei Lacci, ai Ranchetti, alla Cima della Valcinella. Con un rudimentale arnese, una via di mezzo fra la vanga e la pala, scavano delle buche rettangolari e, in due o tre per buca, cenano con pane e scatolette. Alcuni prendono anche il the. E lì passeranno la notte. 

Molti altri, dietro di loro, si attendano a poco più di mezzo chilometro. 

Ai soldati è vietato accendere falò. E anche a noi hanno suggerito di non far uso del focolare. Eppure, qua e là, nel buio della notte, si vedono dei pallidi lumicini. Evidentemente qualcuno non può fare a meno di una sigaretta.

Però che gioia stare in mezzo a questi soldati inglesi e indiani! Noi non capiamo la loro lingua, loro non capiscono la nostra; ma il pane che ci offrono ha un linguaggio universale, e noi lo accettiamo. È un pane bianchissimo, soffice. Fatto forse con farina di riso, ma buono quanto un dolce”.


Testimonianza di Mario Bartocci


5 luglio

Avanzata degli Alleati da Pierantonio a Umbertide


Sul far del giorno, proveniente dal rettilineo, è entrata in avanscoperta a Umbertide la 25ma brigata indiana.


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Nel primo pomeriggio, il conte Lodovico Ranieri, che parla inglese, è andato incontro al 3/1 Punjab che stava per acquisire il pieno controllo della cittadina.


Testimonianza di Alfiero Casagrande.




Fig. 10: Soldati Punjab in avanscoperta verso Umbertide avanzano lungo il rettilineo; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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La liberazione di Umbertide (12)


Gli alleati hanno trovato il paese completamente deserto e coperto di polvere e tutti i ponti distrutti: un a vista davvero spettrale !

La 25a Brigata è sopraggiunta subito dopo, affiancata da altre due.

Senza fermarsi, si sono diretti a Montone, attaccando su due fronti, per una chiusura a tenaglia:

- il 3/1 Punjab, guadato il Tevere a fianco della strada nazionale, si è diretto verso Niccone e Corlo;

- i King’s Own, attraversato il greto della Regghia, hanno puntato verso Santa Maria di Sette e Pietralunga.

Intanto, i tedeschi si sono arroccati sui rilievi di Montone, Rocca d’Aries, Monte Valentino.


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Avanzata degli Alleati verso la valle del Niccone

(8) .

Gli alleati sono saliti dal piano della Vecchia verso il Monte Sodo, che domina la valle del Niccone. Puntano i cannoni verso Canoscio.




Fig. 11: Perlustrazione ad Umbertide, da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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Il fronte attestato sul Carpina – Niccone (7).


Dopo la conquista di Monte Acuto, con i tedeschi ormai arroccati a Montone, la zona di Umbertide è controllata dagli Alleati.

Di conseguenza, il Comando tattico si è trasferito nelle vicinanze del castello di Polgeto.


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Dalla RSI al Regno d’Italia.


In una Umbertide deserta si concretizza un passaggio istituzionale di grande complessità e precarietà: si passa dalla Repubblica Sociale Italiana (RSI), regime collaborazionista della Germania nazista con sede presso Salò, al Regno d’Italia con sede a Salerno, che opera attraverso un organo militare deputato all'amministrazione dei territori occupati: il Governo Militare Alleato (Allied Military Government, sigla AMG).



Fig. 12: La linea del fronte; immagine da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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Il Comitato di Salute Pubblica. (17)


Alcuni umbertidesi si sono riuniti, in modo spontaneo e improvvisato, nell’abitazione del maestro Raoul Bonucci.

Il professor Simonucci, vicesegretario comunale e uomo di grande esperienza e cultura, ha chiesto l’ impegno di tutti per far fronte alla grave situazione, dove il caos rischia di travolgere tutto.


Si vorrebbe innanzitutto costituire la sezione di Umbertide del Comitato di Liberazione Nazionale, che però dovrebbe avere la preventiva approvazione a livello nazionale. Nell’ attesa, hanno scelto il nome di Comitato di Salute Pubblica.


Vorrebbero battere sul tempo le procedure del Comando anglo-americano, miranti alla ricostituzione delle vecchie strutture dello Stato monarchico ed, a guerra finita, ad un eventuale passaggio graduale ad una amministrazione democratica.

Nel frattempo gli alleati stanno insediando in ogni comune un Governatore Militare che, a sua volta, nomina un Sindaco, scegliendolo fra i cittadini dopo aver consultato le persone locali di maggior credito - ad Umbertide esse appartengono alla borghesia agraria.

Il Comitato di Salute Pubblica vuole evitare che la carica possa essere attribuita a uomini che, seppure non compromessi con il passato regime, non siano sufficientemente aperti agli ideali di democrazia e libertà.

Il Comitato, inoltre, formerà squadre di “vigilanti”, per contrastare atti di sciacallaggio tra le macerie e nelle case incustodite per lo sfollamento. Vigilerà contro il mercato nero; prenderà contatti ufficiali con la sede provinciale del CLN.

Insomma, in questo momento di grande disorientamento, è sua intenzione svolgere un ruolo di fondamentale importanza sul piano dello stimolo e del coordinamento delle prime frenetiche iniziative, in attesa che gli organi ufficiali riprendano il controllo della vita politica ed amministrativa di Umbertide

.


6 luglio


La liberazione di Umbertide trova conferma in una carta degli alleati dove sono riportate le date relative alle linee di posizionamento del fronte di fuoco nelle giornate del 21 giugno (oltre Perugia), 6 luglio (oltre Umbertide), 23 luglio (oltre Arezzo).


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Relazione settimanale sulla pubblica sicurezza (40)


E’ stata fatta una visita ad Umbertide. Le truppe erano entrate la sera precedente. È praticamente deserta e distrutta per il 25%.

C’è un Maresciallo, 3 Carabinieri, 3 Guardie municipali e 3 Guardie forestali. Hanno riferito di essersi nascoste ed hanno colto la prima opportunità per rientrare.

C’è una prigione che è inutilizzata da una decina d’anni. Potrebbe ospitare 40 persone, ma richiede un importatnte intervento di pulizia e riparazione.

È stato stabilito il coprifuoco dalle 21:30 alle 5:30.


La circolazione è stata limitata a 2 km per il momento.

Ho dato disposizione affinché i Carabinieri operino insieme alle Truppe per controllare gli accessi alla cittadina, ma non si registrano afflussi di persone. In mancanza della popolazione non ci sono problemi di polizia.

Non ci sono partigiani nella cittadina ma penso ce ne siano un centinaio nella zona di Carpini.





Fig. 13: Soldati King’s Own hanno superato Umbertide, da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".



Fig. 14: Soldati indiani procedono verso Montone. Sullo sfondo Monte Acuto e la Valcinella; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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La battaglia di Montone (12)


Un attacco a tenaglia è stato concentrato su Montone.

Nella notte, gli alleati hanno attaccato i tedeschi, che sono posizionati a mezza costa, verso Coldipozzo.

Nel rapido combattimento sono morti 15 tedeschi e presi diversi prigionieri.




Fig. 15: Attacco a tenaglia a Montone; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


5 luglio (notte)

Resistenza tedesca a Coldipozzo. (12)


A cinque miglia da Umbertide, il 3/1 Punjab è stato sorpreso nella notte dal fuoco di mezza dozzina di mitragliatrici nemiche lungo la strada nazionale, nella zona di Coldipozzo, prima del bivio per Montone. Il villaggio, adagiato su un rilievo che domina la valle del Tevere, costituisce una posizione difensiva ideale.


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Avanzata verso Monte Valentino (12)


Allo stesso tempo, l’8° Battaglione Manchester della 20a Brigata si è infiltrato con discrezione dal versante opposto del colle di Montone, salendo le colline a destra del Carpina, verso Monte Valentino e cannoneggiando i soldati tedeschi che ne presidiavano la sommità. Prima dell’alba, il presidio tedesco di Carpini, tre miglia ad est di Montone, è stato sopraffatto.




Fig. 16: Un carro armato Sherman verso Monte Valentino; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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Morte di Ennio Belardinelli


Nella casa adiacente al molino per la macinazione del grano, erano sfollati diversi umbertidesi, fra i quali Mario Belardinelli, di ventiquattro anni, con il fratello Ennio, di due anni più giovane, ed i genitori.

Il tenente Daley ha voluto accertarsi di persona sulla situazione, in modo da fornire indicazioni al grosso delle forze che stavano per sopraggiungere. Ennio, messosi a disposizione, si è fatto strada verso la Rocca, seguito a distanza di un centinaio di metri da una pattuglia di quattro militari. Ma alcuni tedeschi in agguato hanno catturato il giovane.

È stato ritrovato, riverso in un campo sotto un ciliegio, con la gola squarciata da una scheggia, prodotta da una cannonata.


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A Ovest avanzata dalla valle del Niccone. (7)


Gli alleati sono scesi verso la valle del Niccone ormai libera dei nazisti, che si sono attestati nella valle del Nestore per prendere respiro e prepararsi a fronteggiare gli inseguitori. Procedono verso Canoscio e Santa Maria Tiberina.

Il Quartier generale tattico alleato è stato spostato tre volte in questa giornata: prima a Romeggio, alle 6:30; poi a Montalto, alle 10:45; infine, a Montemigiano, alle 15:25. Anche il Quartier generale principale da San Giovanni del Pantano, è stato trasferito prima a Romeggio, alle 6:30, e poi nel castello di Montalto alle 15:45, appena abbandonato dal Comando tedesco.



Fig. 17: Un mezzo corrazzato in via Roma avanza verso il centro di Umbertide. Sullo sfondo le abitazione di Via XX settembre; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


In tutta l’area di Umbertide i tedeschi sono stati soppiantati dagli alleati, gli attesi liberatori! Purtroppo, si è presto toccato con mano che non sono le trincee o le origini a separare i buoni dai cattivi. La violenza della guerra non conosce frontiere.


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Alle ore 18 una scheggia di granata ha ucciso sul colpo Filomena Baldoni a Montemigiano, in località Mazzone, sulla collina alla sinistra della valle del Niccone.


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Stamattina inaspettatamente abbiamo visto passare una colonna di soldati di colore e da lì si è capito che i tedeschi si erano ritirati. La zia Lisa, alla vista dei neri, era spaventatissima: ce n’erano alcuni con la testa rasata e un codino come la cresta di un gallo; sono passati giù in silenzio.

Ma lei non aveva pace: era decisa a prendere tutto e tornare dai Pinzagli, perché ormai i tedeschi non c’erano più e si sentiva più sicura nella vicina casa della zia Ida.

Intanto i tedeschi si erano fermati a Canoscio e da lì cannoneggiavano proprio dalla parte nostra. Si sentivano cannonate scoppiare abbastanza vicine. La zia Lisa non intendeva ragioni: lo zio Cesare, con mio fratello in braccio, il babbo, con le borse con quelle poche cose che avevamo dietro, ed io, ci siamo avviati. Passando davanti alla casa di un certo Mazzone, questi ci ha invitato ad entrare, perché la loro casa era come una fortezza: “Le cannonate ‘gni fanno gnente, fermative to que. Lisa!”

Ma non c’è stato niente da fare: la zia ha voluto riprendere il cammino - ripensandoci oggi, si vede che lei aveva appuntamento con la morte. Non abbiamo fatto cento metri, in direzione di Marcuccio che, al sibilo di un proiettile, il babbo ha urlato: “A terra! A terra!”. Mi ha dato una spinta e insieme siamo caduti dentro la cunetta che costeggiava quel viottolo. È stato un attimo, uno scoppio e un gran bagliore di fuoco. Quando ho alzato la testa, la zia Lisa era davanti a noi a gambe larghe, le borse cadute una di qua e una di là. Era stata colpita da una scheggia in una vertebra cervicale: è morta sul colpo.

Due soldati inglesi, che erano dietro il pagliaio, ci hanno preso e portato dentro la stalla di Mazzone. Ci hanno portato una tazza di tè.

Lo zio Cesare intanto, che era il primo della fila con mio fratello in braccio, aveva sentito le cannonate, ma non si era accorto di niente. Appena arrivato al prossimo contadino – Marcuccio - lo ha lasciato in consegna a delle donne ed è ritornato indietro a vedere cosa era successo, trovando la moglie lì per terra, che ancora non era stata rimossa”.


Testimonianza di Margherita Tosti


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Morti umbertidesi. (30)


Trovatisi sulla linea del fronte, alcuni civili sono morti proprio nel momento della liberazione: Baffetti Domenico e Bottaccioli Stefano, per schegge di granata.


7 luglio


Avanzata degli alleati da Rocca d’Aries a Monte Cucco.

(12)


Conquistata Rocca d’Aries, i King’s Own, dopo una dura marcia di diversi chilometri attraverso monti e corsi d’acqua, si sono arrampicati sulla cima di Monte Cucco, a nord di Monte Bestia.


8 luglio

La conquista di Montone. (12)


"Prima dell’alba i King’s Own, si sono ritrovati ad un miglio dalla posizione sopra Coldipozzo, dove il nemico si era confrontato con i Punjab il giorno precedente, nel versante opposto che sovrasta la valle del Tevere. Senza fermarsi, scesi dal rilievo, alle 7:15 sono entrati a Montone da nord. L’incursione ha sorpreso i tedeschi nel sonno.

Ma i soldati della Jaeger, come loro consuetudine, hanno resistito ostinatamente. Ne è seguito un combattimento di alcune ore nelle viuzze, prima che Montone fosse liberata e conquistata, alle 14:30.


Sono morti 20 tedeschi e 65 fatti prigionieri; 19 le perdite inglesi. Il caporale Huntingdon, di Goole, ed il soldato Bradley, di Llanelly, hanno utilizzato una loro “tecnica speciale” [sic] per snidare dalle cantine i tetri bevitori di birra, riuscendo a catturarne 25.

Nella previsione che il nemico avrebbe opposto un’accanita resistenza, a mezzanotte, per anticipare il loro contrattacco, il 3/5 Mahratta ha superato il Monte Cucco, per procedere verso nord lungo un crinale nudo, con ripidi fianchi in entrambi i lati.

Nello stretto passaggio, due plotoni si sono scontrati con una squadra nemica, uscita all’aperto da un rilievo boscoso. Le artiglierie di entrambe le parti sono intervenute con un fuoco di sbarramento difensivo. Gli inglesi sono stati molto precisi, colpendo appena davanti ai Mahratta, i quali hanno attaccato con le baionette il nemico in trappola.

Tra fragori di battaglia, il crinale è stato liberato ed i Mahratta sono avanzati verso la cima pelata di Monte Falcione. Le loro mitragliatrici hanno colpito con fuoco di fila la sommità, prima del balzo finale verso la cima.

Il buio ed il fragore, insieme agli urli degli attaccanti, hanno persuaso diversi tedeschi atterriti a rimanere dentro le loro anguste trincee, nella speranza di scampare alle squadre di rastrellamento. È seguita una sosta a Morlupo, per consolidare le posizioni occupate."


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Eccidio a Pian dei bruschi (Badia Petroia). (3)


Poche centinaia di metri oltre la linea del fuoco, sono state decimate le famiglie Sorbi e Ramaccioni a Pian dei Bruschi, nei pressi di Trestina, per l'infondato sospetto che avessero dato ospitalità ad una pattuglia inglese.

L’interrogatorio dei contadini da parte dei tedeschi si è rivelato una farsa ed il massacro è stato decretato senza che le vittime abbiano potuto rendersi conto di cosa realmente stesse avvenendo. Nemmeno le donne, rinchiuse nell’essiccatoio del podere, hanno intuito che le nutrite raffiche di mitra, lì vicino, stavano uccidendo i loro uomini.

Si è salvato solo Attilio Sorbi. Ferito tra i primi alle gambe, è scivolato a terra e nessun altro proiettile l'ha raggiunto. Sopra di lui sono stati crivellati i familiari. Un italiano, appartenente al gruppo di tedeschi del plotone di esecuzione, ha suggerito: "Bisogna dare il colpo in testa". I tedeschi, mentre stavano finendo con un colpo alla nuca i contadini fucilati, sono stati costretti alla fuga da un improvviso cannoneggiamento degli alleati. È stato così che Attilio Sorbi, trascinandosi con i gomiti per un'intera notte, è riuscito a mettersi in salvo, vanamente ricercato dai soldati alla fine del cannoneggiamento.

I corpi dei nove fucilati sono stati sepolti in una fossa comune, avvolti in lenzuola, nel cimitero di Lugnano.


VITTIME:

Margutti Marino, di anni 24; Ramaccioni Enrico, di anni 68; Ramaccioni Ruggero, di anni 37; Ramaccioni Adolfo, di anni 35; Ramaccioni Domenico, di anni 22; Ramaccioni Mario, di anni 18; Sorbi Ignazio, di anni 55; Sorbi Settimio, di anni 22; Sorbi Ottavio, di anni 16.


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Sotto il nuovo padrone l’orrore continua.


Due indiani si sono presentati a casa Pini in cerca di ragazze: “Seniorine! Seniorine!”. Il nonno li ha mandati via con le brutte, minacciandoli con la falce e la corda che erano appese al muro, vicino alla scina. I militari, capita l’antifona, si sono dileguati. Il babbo Vittorio, preoccupato che tornassero, è andato all’accampamento allestito nella piana dell’Assino per riferire il fatto al comandante. A sera, quando gli indiani sono arrivati con i rinforzi, l’ufficiale li stava aspettando. Poi è tornato nell’accampamento insieme a Vittorio Pini, per farsi indicare i responsabili. Ma senza successo, perché secondo Vittorio erano tutti uguali!


Ucciso il nonno che protegge la nipote. (40)


Il C. A. O.  A Umbertide ha ricevuto informazioni che un civile italiano è stato ucciso da soldato indiano, in una casa colonica Camporeggiano. 

"Ho intervistato Mario Gonfiacani, il figlio del defunto, che era stato presente al momento della sparatoria ed ottenuto di dichiarazioni da tutti i testimoni materiali. 

Verso le 21:30,  in una piccola fattoria campeggiano il soprannominato era seduto con la moglie, due figlie, di età compresa tra 17 e 20 anni, e il padre, dell’età di 79 anni.

I soldati indiani sono entrati in casa senza permesso e hanno chiesto del vino. Il figlio ha detto che non avevano il vino, e allora hanno iniziato a litigare. Dopo un po’ uno dei soldati indiani è andato verso la ragazza di 20 anni, Agata Gonfia ani, e la afferrata per un braccio. Il vecchio, Ettore Gonfiacani, e alllora intervenuto ed è seguito una zuffa: uno degli indiani ha puntato la sua pistola contro il vecchio. Il figlio allora ha lottato con questo indiano e nel corso di questa lotta sono stati sparati alcuni colpi, uno dei quali è entrato nel petto del vecchio, ferendolo mortalmente. I soldati indiani poi sono fuggiti, uno di loro lasciando dietro di sé un basco nero.

Dopo aver completato il caso per quanto di competenza, ho consegnato tutti i documenti al capitano Dawson,  del SIB, che ora sta cercando di rintracciare il soldato in questione. Nel caso in cui dovessero verificarsi eventuali ulteriori sviluppi sarà presentato l’ulteriore relazione


In diversi altri casi, nella zona di Pian d’Assino ed in altre aree vicine ad Umbertide, i soldati delle truppe alleate hanno raggiunto il loro turpe scopo, oltraggiando vigliaccamente diverse donne.

Si è subito capito che la legge della guerra accomuna tutti gli eserciti: l’inferno è tutt’altro che finito!

[Per approfondimenti specifici sull’argomento delle violenze sulle donne:Simona Bellucci, Umbertide nel secolo XX, 1943 – 2000, pp. 40 – 43Simona Bellucci, Umbertide dall’unificazione alla seconda guerra mondiale,1859 – 1945, pp. 310 – 312]


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Reazioni alle prepotenze.


La presenza delle nuove truppe alleate comporta anche reazioni violente da parte della popolazione residente.

Lungo la sponda sinistra del Tevere, alla Salcetta, tra il ponte e la foce del Corvatto, tre giovani donne stavano lavando i panni: Severi Maria, sedicenne, Lola Bernacchi e la sorella Lina.

Luciano Loschi, sapendo che le truppe marocchine (Moroccan goumiers) in forza all‘esercito francese, spesso violentavano e a volte uccidevano uomini e donne, per precauzione si era appostato tra i canneti lungo la sponda del fiume. Alla vista di tre soldati marocchini con evidenti intenzioni malvage, ha aperto il fuoco uccidendoli.

I cadaveri sono stati sepolti in buche lungo le rive del fiume, affinché di loro non si avessero più notizie, evitando rappresaglie.


Testimonianze del protagonista Luciano Loschi e degli altri presenti al fatto, raccolte dal nipote, Massimo Loschi.


[N.d.R.: Luciano Loschi, partigiano dal 1° febbraio 1944 nella Brigata San Faustino; Severi Maria, futura moglie di Luciano; Lola Bernacchi, moglie di Mario Loschi, fratello di Luciano e mamma di Massimo; Lina Bernacchi, sorella di Lola.]


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Morti umbertidesi. (6)

È morto Gattaponi Luigi, per mitragliamento aereo.


9 luglio

Relazione della settimana finita il 9 luglio (40)


Il maggiore Harris è stato destinato a Umbertide. Ma essendosi ammalato è stato rimpiazzato dal Capitano Goulding.

Umbertide ha subito dei danni e si sta cercando di ripulirla perché è ubicata vicino al Quartier Generale della Compagnia.

Sono state raccolte informazioni che l’ex-Prefetto Rocchi è stato localizzato nelle grotte a N/O di Todi. I partigiani di Massa Martana si sono organizzati per arrestare lui ed i suoi sodali. È sotto investigazione l’accusa di omicidio e rapimento commesso dalle truppe nell’area di Umbertide. È necessario evacuare 100 rifugiati da Umbertide, per i quali non si riesce trovare una sistemazione.I contadini stanno lavorando intensamente per mietere il grano. Alle truppe è stato ordinato di cooperare per evitare danni ai raccolti e furti alla frutta in maturazione.


Una messa nel Quartier Generale (9)

Alle ore 19:30 il parroco di Montalto, don Ettore, ha celebrato una messa davanti agli ufficiali

del Comando alleato.


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Installazione di ponti prefabbricati.

Gli alleati hanno montato un ponte prefabbricato di tipo Baily per superare l’arcata del Tevere distrutta dal bombardamento e uno di tipo Bharat sul ponte della Regghia, minato e fatto saltare in aria dai tedeschi pochi giorni prima.



Fig. 18: Il ponte Baily sul Tevere; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".



Fig. 19: Il ponte Bharat sulla Regghia; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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A Est scontro a Pietralunga. (35)


A mezzanotte si sono sentiti rumori di muli provenire dalla vallata sotto i giardini di Pietralunga, dove erano attestati soldati indiani giunti con quattro camionette: erano le truppe someggiate tedesche che avevano rioccupato la cittadina dopo che era stata proclamata “Territorio Libero” dai partigiani, tanto da poter festeggiare il 1° maggio.

Germano Cancellieri, della Brigata San Faustino, è stato catturato ed immediatamente fucilato. È scoppiata una sparatoria fra i tedeschi e gli alleati, fiancheggiati da pochi partigiani, i quali sono riusciti a respingere il nemico. Ma di lì a poco, i tedeschi sono tornati in forze, costringendo le truppe indiane a ritirarsi verso Carpini.


10 luglio


Resistenza dei tedeschi verso Città di Castello.


I tedeschi sono attestati nella zona appenninica di confine tra i territori comunali di Montone, Pietralunga e Città di Castello.

Mentre gli alleati pianificavano l’assalto al Monte delle Gorgacce, ultima roccaforte tedesca ad est del Tevere prima di Città di Castello, è stato sferrato un contrattacco tedesco contro le posizioni dei maratha a Morlupo, provocando l’uccisione a colpi di mitragliatrice di sette soldati indiani.


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Morte eroica di un soldato indiano.


Unico illeso, Naik Yeshwant Ghadge, si è scagliato eroicamente contro la postazione nemica riuscendo a conquistarla ma, subito dopo, è stato colpito a morte dai cecchini della Wehrmacht. Aveva 23 anni e apparteneva alla compagnia di fanteria leggera maratha della 20a brigata della 10a divisione indiana dell’esercito britannico.




Fig. 19: Naik Yeshwant Ghadge; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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Tombe di soldati alleati e tedeschi.


All’inizio del rettilineo (oggi distributore Esso) sono stati provvisoriamente sepolti alcuni soldati alleati [che poi saranno traslati a Rivotorto. N.d.R.]. Tre indiani sono stati cremati su cataste di legname. Degli adolescenti approfittano delle sigarette che i soldati depongono sulle tombe.

Un tedesco è stato coperto sotto poca terra, insufficiente allo scopo, nel fazzoletto di prato all’angolo fra la strada per Montone con la rampa verso la chiesa di Santa Maria.


Testimonianza di Fabrizio Boldrini


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Una decina di soldati tedeschi sono stati inumati al cimitero di Umbertide, nelle aiuole di fronte all’ingresso dell’emiciclo.



Fig. 20: Tombe di soldati tedeschi al cimitero di Umbertide; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".


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Altri soldati alleati, inglesi, indiani e francesi, deceduti nell’attacco a Colle del Sole, sono stati sepolti a Pierantonio, a lato della strada tiberina verso la ferrovia, nelle vicinanze della stazione.


Testimonianza di Rolando Tognellini


2 luglio


Strage a Tetina


Tra la boscaglia di Tetina e Colcello, nel comune di Monte Santa Maria Tiberina, hanno perso la vita sei persone per lo scoppio di una granata d’artiglieria. Sono state sepolte in tre bare. (Un ferito morirà nel mese di agosto N.d.R.).

«Avevo 8 anni. Eravamo fermi lungo il fosso delle Cerrete, che va nel torrente Aggia e prosegue nel Tevere.

Si sentiva bombardare più lontano... qualcuno pregava, qualcuno sonnecchiava... Anch'io ero stanca e appisolata ... ma bombardavano tanto. Una granata sparata dagli alleati è esplosa su un cerro sopra di noi, disseminando schegge dappertutto. Allora mi sono tirata su. Più che impaurita: non riuscivo proprio a respirare! Mi sono messa a correre come gli altri. Mentre correvo, ho visto dondolare il mio braccio sinistro.

Sono morte diverse persone e altre, come me, sono rimaste ferite. Gino si è salvato perché il sacco con dentro il pane aveva trattenuto le schegge.

Lo zio Angiolino mi ha preso in braccio e mi ha portato in una casa al vocabolo Citerna dove, ferita, ho passato la notte. Dopo avermi portato in salvo, è tornato giù al fosso per tirare su altri feriti, portando una scala di legno per usarla come insolita barella; ma, mentre scendeva, è stato colpito alle spalle, stavolta dai tedeschi che erano nel frattempo arretrati all’avanzare delle truppe inglesi. È rimasto aggrappato ai cespugli. È stato ritrovato così dopo vari giorni.

La notte mio babbo è arrivato nella casa dove ci eravamo rifugiati. Un soldato indiano si è tolto il turbante, tirando fuori dei medicinali. Prestati i primi soccorsi, ha montato un’antenna alla radio per chiedere altri medicinali. Arrivati altri inglesi, mi hanno medicato e steccato il braccio. Insieme ad altri feriti mi hanno portato, con la jeep, all'ospedale di Perugia, passando attraverso boschi, perché i ponti erano stati bombardati e le strade distrutte.

Al policlinico di Perugia hanno sistemato i feriti in un camerone, mentre io, data per morta, sono stata portata in una specie di scantinato buio. Una volta ripresi i sensi, ho visto altre persone, morte davvero, sopra dei tavoli e per terra. Ero in una camera mortuaria! Strilli e pianti ... sono stata sentita e portata ad amputare il braccio all’altezza della spalla.»


Testimonianza di Irene Brillini.


VITTIME:

Angelo Brillini, di anni 42; Lucia Paradisi, di anni 25; Lazzaro Paradisi di anni 39; Anna Lepri, di anni 62; Maria Paradisi, di anni 32; Lino Vione Natalini, di anni 15; Guglielmo Vione Natalini, di anni 19.


13 luglio


Il primo sindaco a Umbertide (18)


Nei giorni precedenti è stato nominato sindaco Mariano Migliorati, un giovane medico chirurgo di 32 anni, molto stimato, addirittura amato dalla popolazione, dal carattere taciturno e bonario. Alieno da ogni forma di settarismo politico e ideologico, riusciva a stabilire un clima di fiducia nei rapporti personali e sapeva essere cauto e convincente mediatore tra le diverse posizioni politiche.

Il giudizio degli alleati, sull’adeguatezza operativa dell’uomo per il ruolo di sindaco è completamente diverso, come emerge dalla relazione seguente.


Fig. 21:  Il primo sindaco, dott. Mariano Migliorati.


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Quartier generale dell’VIII Armata. (10)

(Rapporto segreto del servizio alleato di informazioni politiche e di propaganda)

Essere liberati non è sempre bello: a Umbertide la truppa indiana ha fatto man bassa dei beni degli abitanti, in gran parte ancora sfollati fuori città. Altrove i partigiani hanno collaborato validamente con le formazioni indiane. Come al solito, l’osservatore alleato si mostra molto attento alla situazione politica delle zone appena liberate, speculando liberamente sulle presunte debolezze dei partiti e della loro preparazione alla vita democratica. Si ascoltano particolarmente le opinioni del clero.


Umbertide (luogotenente Sasson)


Generalità

La cittadina è parzialmente distrutta dai bombardamenti alleati. La popolazione è stata evacuata nella campagna da aprile e sta tornando a casa con molta lentezza. Si notano solo pochissimi civili in paese. Le truppe indiane hanno saccheggiato il luogo e questo comportamento ha determinato una pessima impressione nei pochi civili rimasti, che invece avevano atteso con tanta speranza l'arrivo degli alleati.

Nel paese non esiste un Comitato di Liberazione. L'ufficiale del Governo Militare Alleato ha conferito l'incarico di sindaco ad un medico che è apparso perduto, dando la sensazione di non sapere cosa fare e da dove partire.


Resistenza

Nell'area è stata trovata una banda di partigiani “Brigata d'Urto”, comandata dal Capitano Pierangeli. Ha raggiunto la forza massima di 160 uomini armati e 280 fiancheggiatori; ha coperto la zona Umbertide- Gubbio- Città di Castello-Apecchio.

Queste forze hanno operato agli ordini dei comitati di Perugia e Firenze, ma sembra che le decisioni militari siano state prese dal Capitano Pierangeli fino al 15 maggio, quando tre americani sono stati paracadutati, insieme ad armi e radio trasmettitori, che in pratica sono subentrati nel comando della banda.

Il centro era Pietralunga; e le operazioni hanno riguardato le linee di comunicazione tedesche.

Il 10 aprile hanno aiutato il console americano di Monaco - Orebaugh - ad attraversare il fronte.

È stata fornita assistenza a 200 prigionieri di guerra alleati; quando le nostre truppe sono avanzate, hanno avuto l'ordine di operare lungo la strada Umbertide-Gubbio.

L'8 luglio sono venuti in contatto con le truppe indiane, con cui per tre giorni hanno combattuto fianco a fianco a Cima S. Pietro. Essi hanno svolto un ottimo lavoro: hanno catturato 11 prigionieri tedeschi e ne hanno ucciso molti, meritandosi l'apprezzamento ufficiale del Comando alleato. In 13 hanno perso la vita in azioni di guerra.

Sostengono che, durante i 6 mesi di attività, abbiano ucciso 300 tedeschi ed abbattuto 18 ponti, perdendo 37 uomini.


14 luglio


Morti civili umbertidesi. (30)


È morto Trinari Ugo, per schegge di granata.


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Ferito un piccolo pastore (30)


A Rasina, Sant’Anna, Vocabolo Casa Nova, a un ragazzo di anni 11, Risi Annibale, mentre pascolava dei suini sul campo, è scoppiata una bomba a mano, asportandogli il braccio destro e l’occhio sinistro e procurandosi ferite al piede destro. Medicato prima all’ospedale inglese, è stato poi portato all’ospedale di Perugia.


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Morti umbertidesi. (30)


Monsignori Ciro, soldato del 2° Rgt. Divisione Piemonte, Cavalleria, internato nel lager ‘Stalag III A’ di Zeithain, è morto per malattia in Germania. Sepolto in un primo momento nel cimitero di Zeithain – Cimitero Militare Italiano. La salma dovrebbe essere stata riportata in Italia.

Simoncelli Stefano, di anni 37, è morto all’ospedale di Monteluce, dove era stato ricoverato in seguito a ferite da mitragliatrice.


Un morto civile (3)


Don Angelo Rossi in una lettera ha segnalato il ritrovamento del corpo di Gaudenzio Sonaglia, ucciso a colpi di rivoltella.

Gaudenzio tagliava con la roncola il brozzo (rametti verdi per governare gli animali). Alcuni soldati tedeschi lo hanno visto e hanno pensato che questo vecchio di novant’anni, con la barba lunghissima, li volesse aggredire. Gli hanno sparato, uccidendolo. (38)



15 luglio


Immagini di propaganda delle truppe inglesi nel 1944 raffrontate con gli stessi luoghi di oggi. Immagini ricavate per la maggior parte dal video del 2002 visibile qua ed in fondo alla pagina.




16 luglio


Morti nel convento


Nel tardo pomeriggio, delle cannonate hanno colpito la zona. Convento di San Giovanni Battista di Città di Castello. Una è scoppiata fra il chiostro e la chiesa, uccidendo una suora delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore e quattro orfanelle.


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Eccidio di Meltini. (3)


Presso San Paterniano, altri cinque innocenti sono stati uccisi barbaramente.

Quattro giorni prima, alcuni contadini del posto, rifugiatisi a Centoia, in collina per sfuggire la battaglia che imperversava nella valle, hanno deciso di tornare alle loro case coloniche.

Giunti a Meltini, hanno trovato la casa circondata da carri armati germanici. Mentre un gruppo di soldati stava gozzovigliando, un maresciallo ha chiuso quattro di loro in una cantina, con l'ordine che nessuno della casa si assentasse, pena la morte dei prigionieri. Costoro sono rimasti rinchiusi per ben tre giorni.

Oggi le truppe sono partite ed i prigionieri,dopo aver forzato la porta della cantina, sono usciti all’aperto: nel silenzio assordante uno di essi è stato colpito dall' acuto e caratteristico odore di cadavere. Col cuore in tumulto ne ha localizzato la provenienza dal vicino letamaio scoperto e ha notato membra umane che affioravano dal letame. Con raccapriccio ha riconosciuto gli zii Romolo Carbini e Giovanni Giulietti, che non avevano seguito la famiglia a Centoia. Non ha avuto il coraggio di continuare a scavare.

Solo più tardi sono stati recuperati anche i corpi di Emilio Giulietti e di Domenico e Luigi Bioli, abitanti in una limitrofa casa colonica. I corpi apparivano tumefatti e pressoché irriconoscibili; la morte era stata inferta fracassando i crani con il calcio dei fucili.


VITTIME:

Bioli Domenico, di anni 45; Bioli Luigi, di anni 43; Carbini Romolo di anni 52; Giulietti Giovanni, di anni 48; Giulietti Emilio di anni 54.


Eccidio di Meltini. (3)

Presso San Paterniano, altri cinque innocenti sono stati uccisi barbaramente.


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Relazione della settimana finita il 16 luglio (40)


Diversi partigiani della Stalingrado e Garibaldi hanno consegnato le armi.

Hanno chiesto di avere delle razioni, ma abbiamo chiarito che avranno delle razioni secondo la loro classificazione come sfollati, rifugiati o civili.

Il presunto caso di omicidio segnalato la settimana scorsa sarà investigato dal Capt. Roberts.

Si raccomanda di provvedere alla raccolta delle schede per la dichiarazione di appartenenza del Partito Repubblicano Fascista.


17 luglio 1944


Iniziativa di Aldo Capitini.


A Perugia, Aldo Capitini ha fondato il primo Centro di Orientamento Sociale con l’intento di sviluppare l’esperienza antifascista dei Comitati di Liberazione Nazionale, considerati scuola di autentica democrazia.

Con le seguenti parole, contenute nel suo Nuova socialità e riforma religiosa, ne ha riassunto lo spirito e la funzione.

”Perché se uno Stato, piccolo o grande che sia, è tutto animato e decentrato in queste libere assemblee di popolo che discute i problemi della propria amministrazione e quelli dell’orientamento politico, assemblee in ogni rione, in ogni villaggio, aperte a tutti, al popolo anonimo e quindi soprattutto ai “minori ” (nome del partito del popolo assunto da San Francesco), si svolge una specie di pacifica mobilitazione permanente sul piano del ragionamento e della persuasione, che educa al piacere dell’ascoltare, del comprendere, dell’amare; poiché per le persone la cosa peggiore è non incontrarsi, non ascoltarsi reciprocamente.“


20 luglio


Attentato a Hitler.


È stato organizzato un attentato per uccidere Hitler, portato avanti da oppositori militari, politici e nobili tedeschi, ma il Fuhrer è rimasto solo lievemente ferito dall’esplosione delle bombe.

I congiurati avrebbero assunto il potere per negoziare una pace con gli alleati ed evitare la disfatta militare e l’invasione della Germania da ovest.

La vendetta dei nazisti ha portato all’arresto di circa 5.000 persone, compresi i parenti dei congiurati.


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Provvedimento a favore degli ebrei. (30)


La Regia Prefettura di Perugia, che opera nell’ambito dell’A.M.G., ha decretato:

“... considerato che le disposizioni di carattere razziale sono state imposte al servilismo fascista dalla prepotenza tedesca e sono contrarie al sentimento latino e alla millenaria civiltà del popolo italiano... sono revocati ... i sequestri e le confische dei beni mobili ed immobili e delle attività di pertinenza dei cittadini di razza ebraica ...”

Con il fronte del fuoco allontanato a Sud di Città di Castello, gli sfollati cominciano a tornare a casa.È angosciante trovare il paese Niccone, in totale silenzio, coperto da un manto di polvere.A metà mattinata è passato un carro trainato da un cavallo con la bara di Filomena Baldoni. Beniamino Tacconi e la moglie Peppa hanno fatto il segno della croce. Il cognato della defunta è sceso dal carro per scambiare qualche parola con i due amici. Al momento di salutarsi gli chiedono se può fargli il favore di portare un sacco di farina a Umbertide. Subito il fardello è sistemato accanto alla bara per riconsegnarlo al prestatore. L’impensabile è diventato normalità.


22 luglio


Liberazione di Città di Castello (3)


Alle 9:30 il primo ufficiale britannico, maggiore Lindsell, è entrato in Città di Castello. Alcuni carri armati hanno preso posizione in piazza Garibaldi, presso la stazione ferroviaria distrutta dalle mine tedesche.


Poi il maggiore J. W. Brooke ha raggiunto il palazzo del Comune ha affisso sul portone l’avviso di occupazione da parte degli alleati. Ai fianchi dell’entrata del municipio sono state piantate le bandiere inglese e americana.


Nasce il C.L.L.N. di Umbertide.

È stato costituito, da 22 cittadini, il Comitato Locale di Liberazione Nazionale.


23 luglio


Relazione degli Alleati sulla settimana passata. (10)


La situazione generale a Umbertide, Gubbio, Città di Castello, Gualdo Tadino, Monte Santa Maria e Sigillo sono soddisfacenti.

Rifugiati.Continuano a venire ad Umbertide dei rifugiati, principalmente in piccoli gruppi. Essi sono smistati, quando necessario, al Campo di evacuazione N. 1 dell'AMG. In questa settimana ne sono stati sistemati circa 350.

Altri partigiani, che vivono a Nord del fronte o nelle aree circostanti, sono trattati come rifugiati civili, inseriti nel numero a cui fornire razioni nella cittadina e, se necessario, una piccola somma come assistenza.


Agricoltura e raccolti.

Il grano, disponibile e da ammassare nel Comune di Umbertide, ammonta a 963 quintali.

Sono state date istruzioni di cominciare a batterlo a mano, almeno fino a quando non sarà disponibile del carburante.


Il CAO (Ufficiale incaricato dell'amministrazione civile) sta compiendo passi per poter procedere alla molitura ed avere la farina.L'autocarro, assegnato alla Compagnia, è stato usato per trasportare il grano al mulino In generale, non c'è alcun Comune dove non sia possibile macinare grano per il fabbisogno.


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Ispezione degli alleati ai monumenti. (10)


Collegiata.

Nessun danno, salvo le finestre rotte.


Archivio notarile nel palazzo comunale.Alcuni documenti sono stati distrutti circa un anno fa in un incendio non causato da eventi

bellici; nessuno se ne è preoccupato, fino a quando non sono state avanzate osservazioni da un esperto, il Prof. Cecchini dell'Archivio di Stato di Perugia. La restante parte è in buone condizioni.

Il locale è stato usato come ufficio per sbrigare le pratiche dei sinistrati; il segretario ha ammesso che così non andava bene ed ha promesso di trovare un'altra sistemazione per l'ufficio e di chiudere a chiave l'archivio. L'Archivista, il Notaio Zampa, è sfollato, ma non si sa dove.

Archivio comunale.Anche questo è nel palazzo comunale. Tutti i locali sono stati impropriamente usati dai Tedeschi, che hanno lasciato tutto in una grande confusione.


Una stanza è disseminata fino al ginocchio di cartelle mescolate con vestiti tedeschi. A parte alcune finestre rotte, le stanze sono intatte ed il danno effettivo ai documenti è minimo.

L'archivista è stato rimosso per ragioni politiche; il CAO (capitano Goulding) è stato invitato a incaricarne un altro per mettere a posto la situazione.



25 luglio


Morti umbertidesi. (30)

In congedo per aver contratto la malaria in Etiopia, all'età di 21 anni, è morto Giuseppe Marconi. Una ventina di giorni fa, era stato colpito a Preggio da una scheggia, mentre andava a governare il bestiame.


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Riattivazione della ferrovia (40)


È stata richiesta l’autorizzazione all’AMG ha iniziare la riattivazione della Ferrovia Centrale Umbra il tratto Todi – Marsciano – Perugia. Sono disponibili tre locomotive a vapore.

A Umbertide la Squadra Sminatori sta facendo un utile lavoro per individuare e liberare i territori dalle mine.

Circa 350 rifugiati sono stati evacuati nel Campo AMG n. 1.

I partigiani della zona a Sud del fronte sono stati sistemati nel Campo 1. Quelli della zona a Nord sono trattati come rifugiati civili, con l’assegnazione di razioni e, quando necessario, di denaro per assistenza.

Sono stati raccolti 963 quintali di grano. Sono state date istruzioni per trebbiare il grano a mano fino a quando non sarà disponibile carburante.


25 luglio

Passaggio ad Umbertide di Giorgio VI, Re del Regno Unito.


Fig. 25: Bandiere degli alleati all'ingresso del Comune di Città di Castello; ; da "1944: Dalla Barbarie verso la Civiltà. Nel buio, i fari della Repubblica Italiana e degli Stati Uniti d'Europa", di Mario Tosti, edito ad aprile 2024 dal "Gruppo editoriale locale".



26 luglio

Deportazione.


Sami Modiano, 11 anni, con il padre Giacobbo e la sorella, da Rodi sono deportati ad Auschwitz-Birkenau, dove li aspetta un’odissea terribile, che si concluderà con lo sterminio della sua famiglia.


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Controesodo.


Ad Umbertide, passata la linea del fronte, si sono verificate le condizioni per ritornare in paese: il peggio è passato e si spera che si possa riprendere una vita serena.

Il sollievo di rientrare in casa genera il coraggio per affrontare le montagne di macerie che aspettano di ricomporsi in abitazioni e per reinventare un lavoro nell’economia azzerata.

Gli impegni della quotidianità rimuovono l’angoscia in tanti, sebbene la guerra si sia solo spostata altrove.



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Archivio sottosopra (30)

Il sindaco Mariano Migliorati ha chiesto ai parroci di avvisare i capifamiglia della parrocchia di presentarsi in Comune con i documenti, in quanto "...il registro di popolazione di questo Comune è stato pressoché distrutto"


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Rapporto settimanale sulla sicurezza. (10)


Si è svolta ad Umbertide la conferenza dei C.A.O. (Civil Affairs Officer – Ufficiale incaricato dell’amministrazione civile di un paese) collegati alla 10a Compagnia, organizzata dal Ten. Col. Giffen.

Sono state trattate alcune questioni connesse alla pubblica sicurezza e fornite istruzioni dettagliate relative alla Mobile Carabinieri. C'è ancora una gran parte dei CAO che contesta questi Carabinieri, ma il contrasto si appianerà se saranno sostituiti da un gruppo di uomini.


28 luglio

Morte di un bambino sconosciuto


È stato raccolto, gravemente ferito, dalla Croce Rossa inglese un bambino non identificato, di età circa 8 anni, con capelli rossi e una camicetta verde a righe. Portato all’ospedale civile, è morto nella nottata per la frattura della base cranica. È stato sepolto al cimitero di Serra Partucci.


30 luglio


Relazione della settimana finita il 30 luglio (40)


A seguito di un rapporto di attività di spionaggio ha fermato tre persone. Sono stati rilasciati nove fascisti imprigionati dai partigiani.

A Umbertide procede la trebbiatura a mano e a macchina. Durante la trebbiatura in località Casamento è scoppiato un incendio che ha distrutto 50 quintali d grano, 130 quintali di paglia, 40 quintali di pula, 100 canne, 30 chili di canapa e parte del fabbricato.


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Relazione della settimana passata (10)

Segretata


Collegamento con le divisioniIl LO (Ufficiale incaricato degli affari legali) ha assicurato il ritorno dei letti presi dall'ospedale comunale di Umbertide ed è riuscito a rintracciare le unità coinvolte nella requisizione.

Partigiani. Il capitano Rezzara ha continuato a svolgere un buon lavoro nel prendere contatto con i partigiani nell'area Umbertide-Montone, nell'assisterli a definire mappe di un certo interesse. A Città di Castello due partigiani, Stenlio Pierangeli e Giuseppe Batocchi si stavano interessando dell'organizzazione di un incontro per sostituire il Sindaco, già nominato dal CAO, con lo stesso Batocchi.Durante la settimana sono state ricevuti attestati di partigiano e sono stati distribuiti con le direttive a tutti i CAO: sono state date istruzioni di seguire personalmente la consegna degli attestati.


Rifugiati.

Rifugiati sono arrivati ad Umbertide in piccolo numero. A parte quelli che tengono a tornare nelle comunità locali, gli altri 60 rifugiati sono stati sistemati altrove. Il centro temporaneo locale per i rifugiati è stato chiuso.


Servizi pubblici.

Sono stati segnalati al Commissario provinciale i materiali necessari a rimettere in funzione la distribuzione dell'elettricità e dell'acqua; è stata anche fornita una stima del fabbisogno urgente di materiali da costruzione per dare un tetto alla gente.

Le cisterne per l'acqua dell'esercito sono ancora usate per la fornitura di acqua potabile ad Arezzo, Città di Castello ed Umbertide.



Polizia - Sicurezza pubblica.

Ad Umbertide, l'ospedale è stato ripulito, riparato e riattivato, con la cessazione di quello da campo, allestito provvisoriamente alla Serra il 2 maggio.

È stato riscontrato un caso di tifo; una persona di Montecastelli, per sospetto di colera, all’ospedale di Monteluce. .


Agricoltura e raccolti

A Umbertide si continua a battere il grano a mano ed a macchina.


Amministrazione comunale.


Ad Umbertide sono state riaperte le sedi originarie di alcuni servizi, spostandoli da quelle provvisorie: l'Ufficio Postale e la Cassa di Risparmio dalla scuola di Santa Maria da Sette; il Monte dei Paschi dal Palazzo Agnolucci, prima del ponte sul Rio, sulla strada verso Montone.


31 luglio


Relazione degli alleati - mese di luglio 1944 ... (10)


Sono stati assegnati gli incarichi di nuovo Sindaco in tutti i Comuni, mentre sono stati assegnati i Provincial Officers a Perugia, Spoleto, Foligno, Umbertide e Città della Pieve: essi prendono contatti con ogni comune almeno una volta alla settimana.

Procede l'opera di defascistizzazione, d'accordo con la Direzione dell'VIII armata.

Fino ad oggi sono statti allontanati dalla funzione 215 dirigenti fascisti; altri 121 sono spariti prima dell'occupazione alleata.


***Caduto umbertidese (30)

Picistrelli Fernando, 120° Rgt. F. è deceduto in Germania.


Vittime umbertidesi (6)

Numero di vittime nel corso del mese di luglio:

Militari: 8

Civili: 21

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Qua inseriamo il video dal quale sono tratti i fotogrammi riportati sopra dell'arrivo delle truppe inglesi ad Umbertide.:

Passaggi di tempo. La liberazione di Umbertide ” in “L’alba della libertà”, regia David Laurenzi. Su gentile concessione del Centro Socio Culturale S. Francesco, l’Istituto di Storia Politica Sociale Venanzio Gabriotti e di Mario Tosti, dal DVD, “L’alba della libertà” realizzato nel 2004 dall’Istituto di Storia Politica Sociale Venanzio Gabriotti e dal Centro Socio Culturale San Francesco di Umbertide, in occasione del 60º anniversario della liberazione dell’Alta Valle del Tevere , luglio 1944 - luglio 2004.




Fonti:

Nb: Per quanto riguarda le indicazione bibliografiche, sono indicate dai numeri tra virgolette che rimandano alla" bibliografia" o ad approfondimenti specifici.





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