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Monte Castelli

A Nord Ovest di Umbertide, inserito nella Diocesi di Città di Castello, è visibile il castrum Mons Castelli, organizzato con altre strutture fortificate in questo ambito territoriale. Una posizione anche difensiva che gli permetteva un attento controllo sulla pianura sottostante, in cui successivamente si venne impiantando l’insediamento di Montecastelli....

MONTE CASTELLI (castrum Mons Castelli)

(a cura di Giovanna Benni)


A Nord Ovest di Umbertide, inserito nella Diocesi di Città di Castello, è visibile il castrum Mons Castelli, organizzato con altre strutture fortificate in questo ambito territoriale. Una posizione anche difensiva che gli permetteva un attento controllo sulla pianura sottostante, in cui successivamente si venne impiantando l’insediamento di Montecastelli. 




Fig. 1: Il castrum di Monte Castelli

La struttura visibile 

Una strada vicinale costeggia e gira attorno all’insediamento, fino a richiudersi. Così si può individuare il castrum che nella mappa catastale si presenta come una fortificazione di media altitudine la cui struttura in sezione appare piuttosto irregolare, costituita da un corpo principale quasi parallelepipedo e uno frontale minore, divisi  da un ampio cortile.

Il corpo principale della fortificazione è posto nel versante nord dell’insediamento, in modo tale da potere controllare la viabilità sottostante della vallata e risultare ben difendibile in caso di attacchi. L’insediamento era racchiuso dalle mura perimetrali che però risultano parzialmente alterate e quasi inesistenti nei due versanti di Sud Ovest e Nord Est. 




Fig. 2: Monte Castelli: stralcio della pianta catastale del centro abitato (Agenzia del Territorio, Perugia, fog. n° 12).


Oggi la struttura si presenta comunque massiccia e presenta una sezione con un basamento irregolare provvista di contrafforti in aggetto, così da rendere difficoltoso ogni possibile attacco. Ipotizziamo che la fortificazione doveva essere attorniata da un fossato a scarpata, vista la tipologia fortificata del castrum con la sua posizione da un colle di media altitudine, benché non si individuino tracce di elementi di collegamento tra il suolo e la muratura come ponti levatoi o barbacani. 

In base alla planimetria risaltano due elementi: una prima parte verso Est di bassa muratura, terminante nella parte sommitale con una merlatura piatta e ampia che, successivamente, potrebbe essere stata utilizzata come ingresso al castrum, area che, sia internamente, sia esternamente, mostra una certa irregolarità della tessitura muraria realizzata per l’apposizione di pietre di misura variabile. 

Questa parte è segnalata anche nelle mappe catastali come struttura frammentaria attorno alla quale si individuano resti di una ulteriore cortina perimetrale che fungeva da separazione tra insediamento e campagna circostante; si suppone che la parte centrale di tutta la struttura abitativa, per le mura angolate e alte, la profondità nel terreno e parziale aggetto, possa aver avuto un ruolo preponderante difensivo, prima della trasformazione residenziale. Trasformazione  iniziata già nel 1210 con la donazione di un terreno per la costruzione di un ospedale e di una chiesa. 

Al momento della ricognizione sono presenti dei lavori di ripristino che hanno puntato a sistemare l’abitato ricostruendolo internamente il più possibile in aderenza a una tipologia insediativa fortificata. 


Il secondo elemento importante del corpo abitativo principale è il grande torrione posizionato ad ovest con sezione irregolare, ma verosimilmente quadrangolare, con ampio basamento a scarpata che la rende un’imponente struttura difensiva emergente dall’articolata muratura. Era separato, in base alla mappa catastale, dal resto della muratura per uno strettissimo passaggio. Nella parte sommitale il torrione è conchiuso regolarmente sebbene la struttura poteva essere chiusa in modo da non presentare le attuali aperture frontali che ne variano sensibilmente l’aspetto, similmente a molte di quelle presenti nel resto del corpo dell’insediamento fortificato.

 

La storia conosciuta

Le prime notizie sul castello di Monte Castelli si hanno già all’inizio dell’XI secolo, quando viene indicato tra le proprietà di Ranieri I di Toscana (1014-1027). Ranieri vi tornò come marchese di Colle; anche in seguito Montis Castelli rientrava tra i castra riconosciuti come propri possessi in un diploma imperiale emesso da Federico I, per i quali nominò ducem, marchionem et comitem  Uguccione di Filippo. 



Fig. 6: Monte Castelli veduta anteriore delle fortificazioni


Ebbe grande importanza ed influenza per le vicende riguardanti Montis Castelli, anche l’appartenenza alla diocesi di Città di Castello, soprattutto sotto il vescovo Giovanni II per il suo valore di zona al confine tra i due distinti contadi di Perugia e di Città di Castello. In effetti, le prime notizie riguardanti il castrum di Monte Castelli che si possono ricavare da fonti e documenti risalenti riguardano i rapporti tra vescovato tifernate e gli abitanti del castello, per ragioni giuridiche a causa di accordi contrattuali e pattuizioni di beni privati o della comunità. 

In un documento del 1172, redatto a colle Putei e conservato oggi presso l’archivio vescovile di Città di Castello, si apprende che Ugolino marchese del lignaggio di Colle (figlio di Uguccione) assieme a sua moglie Ymila (Emilia) decisero di concedere vescovo Pietro di Città di Castello la “capitantiam castri Montis Castelli”.  Tale clausola di “capitantiam” riguardava“ad faciendum quicquid episcopo placuerit scilicet pacem et guerram cuicumque voluerit”, ad esclusione degli stessi “Ugolino et Ymila suisque exceptis heredibus".  Con le disposizioni di “pacem et guerram” abbiamo un’indicazione precisa del potere di cui era protagonista il vescovo: aveva un proprio corpo militare e poteva decidere di fare pace e guerra.

Giovanni II era tuttavia interessato anche ad altre fondazioni religiose di vario genere comprese (e sparse) nel territorio diocesano tifernate; tra questi erano inclusi anche gli ospedali il cui controllo da parte del vescovo avrebbe permesso il dominio su homines e proprietà appartenenti a tali fondazioni. 

Come abbiamo detto in precedenza anche Monte Castelli fu interessato dalla costruzione di un ospedale e una chiesa nei primi anni del XII secolo; questi due edifici andavano disposti «al capo del ponte di Monte Castelli, dalla parte del Tevere, verso Montone e Promano» ma per la loro realizzazione furono donati al titolare della diocesi castellana dei terreni da parte di «Giburga vedova di Giacomo di Giovanni d’Ignolo» e dei suoi figli nel 1210. Nella donazione Giburga dispose di non pretendere nulla in cambio poiché tutto ciò che voleva ottenere era ibi servire et benefacere in manus episcopi, quindi adempire solo a bisogni chiesti dalla carità cristiana. 

Nel primo ‘300, durante le alterne vicende politiche scatenate dal confronto tra guelfi e ghibellini, il castrum era tornato ad appartenere ai marchesi di Colle (1312) che avevano ottenuto un diploma di investitura per vari castelli tra i quali era annoverato anche Montis Castelli perché concesso dall’imperatore Enrico VII, anch’esso ghibellino e appoggiato dai marchiones. 

Si ha  poi notizia del consolidamento delle mura del ponte a metà ‘300, soprattutto perché in quel periodo le prime compagnie di ventura cercavano di insediarsi a Città di Castello arrecando danni a molti nuclei abitati incontrati lungo la marcia. Infatti, una quasi totale distruzione interessò il castello di Monte Castelli nel 1398 da parte degli stessi castellani, in modo tale da non concedere le proprie piazzeforti ai nemici. 

Durante l’attacco il castrum subì molti danni soprattutto alla struttura difensiva, principalmente rappresentata dal torrione fortificato a sezione quadrangolare posto lateralmente. Nei primi anni del ‘400 anche Perugia s’interessò a Mons Castelli, attenta soprattutto alla sua posizione certamente strategica e difensiva; Città di Castello, allora, dispose il ripristino del castrum in modo da tornare direttamente a controllare quest’area per il pericolo di attacchi pressanti e ricorrenti, fino alla presa perugina nel 1438, sotto la quale restò lungamente per poi rientrare in mano tifernate nel 1482 riconquistato da Giovanni Vitelli. 

Collegato al Castello abbiamo il toponimo Monte Castelli  che richiama come termine, appunto, un oronimo derivante da «castell(um), diminutivo di castrum “fortezza”, “campo munito”» così come viene interpretato anche nei dizionari di toponomastica. 

Un riferimento significativo per il nucleo abitato di Monte Castelli è la ricostruzione del ponte avvenuta nel giugno 1347, che richiese «l’impiego di 1000 piedi di pietre». Questo ponte risultò funzionale non solo per gli abitanti di castrum Mons Castelli, ma anche per i pellegrini che, recandosi a Roma, percorsero l’Alta valle del Tevere. 


Fonti:


  • Giovanna Benni, “Incastellamento e signorie rurali nell’Alta valle del Tevere tra Alto e Basso Medioevo. Il territorio di Umbertide (Perugia, Italia)”. Lavoro edito in NOTEBOOKS ON MEDIEVAL TOPOGRAPHY (Documentary and field research) Edited by Stefano Del Lungo N. 7, 2006.


Fotografie:

  • Giovanna Benni


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