top of page

Gabriele Romani

Gabriele Romani e la sua famiglia

Gabriele Romani e la sua famiglia

(a cura di Gabriele Romani)


“Sono nato il 9 giugno 1948 nel comune di Umbertide nella bellissima frazione di Spedalichio in un podere in via Comunaglia poco sopra l’antica e piccola scuola, da una famiglia di mezzadri.



Era una famiglia di 7 fratelli e sorelle di cui mio padre era il più grande, io ero il più piccolo di 3 fratelli. Nel 1955 la famiglia tutta abbandonò il podere e la mia venne ad abitare alle Fontanelle, quartiere che era in via di costruzione.



Le case erano pochissime e non c’era neanche la corrente elettrica. Io abitavo in una delle prime case costruite da mio zio Giuseppe Scateni, fratello di mia madre.


Mio padre come lavoro andò a fare il manovale da muratori mentre mia madre andava a servizio dalla famiglia del maestro Raffaele Mancini, una persona molto per bene ex partigiano.


Mio fratello faceva il falegname a Ponte Pattoli ed andava su e giù con il trenino, mia sorelle fidanzata con Giuseppe Baglicco che lavorava al distributore, credo allora l’unico ad Umbertide, subito dopo il ponte delle ferrovia.




Mia sorella si sposò nel 1962 e andò a lavorare come tanti altri a Roma. Io cominciai a frequentare l’oratorio dei Salesiani che per me era un po’ il paese dei balocchi perché  potevo trovare tutti i giochi che volevo.


Il personaggio che più mi è rimasto impresso di quel periodo è stato Don Fedele, un vero prete con un carattere molto forte ma anche molto impegnato con noi bambini ad organizzare molte attività ludiche; ci portava in gita in colonia al mare a Loreto Porto Recanati, era infaticabile. Lui mi convinse a fare il chierichetto e dovetti imparare a servire la messa in latino.




Fu grazie a lui che ebbi le mie prime scarpe da calcio con un’intera divisa. Ma non fu gratis, dovetti servire 100 messe il mattino alle 7,30 prima di andare a scuola, ma per me, figlio  di una famiglia povera, fu una gran soddisfazione. Fu lui ad organizzare la squadra di calcio dei chierichetti e io ero il capitano.




Ricordo ancora quando mia sorella Laura partecipò alla sfilata, credo del Primo Maggio, nel 1956 o 57. Lei era insieme ad altre ragazze vestite una verde, una bianca ed una rossa.




Mia sorella era vestita di bianco e reggeva un cartello, credo della F.G.C.I.(Federazione giovanile comunisti italiani) con su scritto “ I giovani di Molino Vitelli lottano uniti per la pace, lavoro, libertà”.



Umbertide in quel periodo era conosciuta come la piccola Russia e la percentuale dei comunisti era altissima e queste manifestazioni erano molto sentite.



Io ho ancora il ricordo bellissimo dei comizi elettorali che si tenevano in piazza in quegli anni.



Nel 1962, per avvicinarci al lavoro di mio fratello, ci trasferimmo a Villa Pitignano e cosi dovetti abbandonare Umbertide che mi rimane sempre nel cuore perché ho passato lì la mia infanzia”.






Fonti: testo e fotografie di Gabriele Romani.




23/10/22

Gabriele Romani
bottom of page