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Il maestro Pino

Il maestro Pino... Bottaccioli

Il maestro Pino... Bottaccioli

(A cura di Fabio Mariotti)


Il ritratto appassionato che il Calendario di Umbertide 1995 ha dedicato al maestro Pino.



Anche la forma del corpo aveva aiutato Pino ad assumere il ruolo del prototipo del maestro amico e complice. Abbastanza basso da far sentire alla pari gli scolari, specialmente quelli che si erano ritrovati con lo “zinalotto” nero - a metà polpaccio nel primo giorno di scuola – trasformato, con l’aiuto di qualche anno di ripetenza, in una giacchetta striminzita, appena riscattata dalla civetteria del fiocco blu.



Profilo arguto ed occhi lampeggianti, fissati per tempo dalla matita di Sganapino nello schizzo che sarebbe servito a ricordarlo, sopra il sasso della tomba.

Dalla gavetta della campagna, il maestro insegna per la prima volta in paese alla quinta classe del 1952 con irripetibile entusiasmo e grinta per smentire chi lo crede geniale ma strambo.



Nasce un connubio tra maestro e allievo che rompe con la tradizione e con le convenzioni. Schietto, severo, fraterno. Ambizioso, avanzato nei contenuti e nei metodi di insegnamento (il concetto di incognita matematica, gli esperimenti di fisica, la storia del Risorgimento rappresentata nelle cartine d’Italia a smalto con i pennelli) e nei momenti di riposo: il tirasegno con freccette di fiammiferi e spilli; il bozzetto per il monumento di Pinocchio a Collodi; le partite a calcio del sabato mattina; le decorazioni per il veglione dello Sport.



Sempre, tutti, insieme a lui.

In pochi mesi trasformò adolescenti in piccoli uomini. Trasferì idee, ideali, nella storia e nel presente, con gli inevitabili limiti di una visione manichea, residuo della guerra, della lotta di classe, dell’Usu contro la Tiberis; libertà e schiavitù, ricchezza e povertà, diritti e doveri, obbedienza e ribellione, cristianità e laicità, unificate dal “Cantico delle Creature” appeso dietro la cattedra.



Seminò orgoglio, determinazione, rigore, coraggio e testardaggine; trasfuse antidoti contro le mode facili, il servilismo, la rassegnazione.

Visse entusiasmi ed antagonismi, affettuosamente scorbutico. Anche oggi che invita il vecchio scolaro a non fermarsi, mormorando “guarda e passa”.


Dal Calendario di Umbertide 1995



5/11/23

Il maestro Pino
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