storia e memoria
Il maestro Rondoni
Vincenzo Rondoni, maestro attento e rigoroso
Vincenzo Rondoni, maestro attento e rigoroso
Il maestro Rondoni
(a cura di Mario Tosti)
Vincenzo Rondoni, maestro attento e rigoroso ma anche grande appassionato ed animatore del teatro locale, nel ricordo di Mario Tosti per il Calendario di Umbertide 1998.
Minuto, portamento impettito, scarpe sempre lucidissime, Vincenzo Rondoni, classe 1897, è un maestro apparentemente di vecchio stampo: severo, rigoroso, esigente, come è giusto quando dall'intensità dell'apprendimento a scuola dipende strettamente la prospettiva nel grado di emancipazione e di benessere nella vita di ciascuno. Pretende che ognuno ottenga il massimo dal suo insegnamento. Ma ogni volta che l'impegno di educatore trova adeguata corrispondenza e ricettività, il carattere generoso ed esuberante esplode frizzante e lascia straripare la grande capacità di comunicatore e oratore: è un attore nato.
Gli allievi sono incantati dalle drammatizzazioni improvvisate fra i banchi della classe, che rendono vivi, comprensibili, indimenticabili - di grande efficacia didattica - brani classici, poemi, episodi storici: memorabile l'interpretazione di don Abbondio nell'incontro con i Bravi.
Anche in famiglia ripete spesso il rituale di declamare poesie sbracciando intorno al tavolo, la sera, di fronte alle figlie estasiate.
La capacità (in paese è paragonato ad Angelo Fusco, famoso attore siciliano) e la passione per il teatro lo rendono protagonista sui palcoscenici locali, da lui inventati o rivitalizzati.
E' l'anima del teatrino dei Pellicani, organizzato dai giovani cattolici in via Soli, a fianco della chiesa di Santa Croce.
Ogni anno la sua scolaresca si trasforma temporaneamente in compagnia teatrale che si esibisce al Teacine. Memorabile, nel '40, la rappresentazione dell'operetta di Franz Cernic, “La ragazza ungherese”, con le allieve nelle vesti di baiadere e gli alunni nel ruolo di contrabbandieri; previa selezione canora del maestro Franchi sull'aria di “Vincere”; luci (rosse e blu) di Pretone.
Ma il suo capolavoro - indimenticato - è l'interpretazione, nel '38, del prete nella commedia “Il diavolo in sacrestia”.
Trascinatore irresistibile, finalizza il proprio impegno all'arricchimento culturale degli altri, che cerca di esprimere anche come consigliere comunale.
Naturalmente è spesso intrattenitore, pronto alle battute ironiche, dissimulate dalla maschera imperturbabile, alcune delle quali, utilizzate provvidenzialmente per tirarsi fuori da situazioni imbarazzanti, sono diventate patrimonio della nostra piccola storia.
13/6/23