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Il professor Ramaccioni

IL PROFESSORE Luigi Ramaccioni ...

IL PROFESSORE Luigi Ramaccioni ...

Fu tra i promotori, nel 1945, della nascita del primo liceo scientifico, poi aiutò a crescere generazioni di umbertidesi nella scuola media Pascoli, per chiudere la sua brillante carriera nel nuovo liceo scientifico Da Vinci




Esile, distinto, sobriamente elegante; i capelli candidi tirati all'indietro sulla fronte stempiata, le guance scavate, quel tanto da rendere più pronunciata la bocca, piccola rispetto alla funzione svolta.





In effetti era il principale strumento esterno di lavoro con cui il professor Luigi Ramaccioni aveva insegnato italiano, latino e l'arte del vivere ai giovani umbertidesi. Prima quelli del ventennio, poi quelli della guerra, della rinascita, dell'opulenza. Il suo comportamento riservato e raffinato, il suo eloquio privo di inflessioni dialettali facevano pensare ad origini lontane, in un mondo di illuminata aristocrazia: in realtà era nato nella piana del Faldo, da famiglia di contadini, e si guadagnò, con l'intelligenza e la straordinaria passione per lo studio, l'accesso ad ogni ordine di scuole, altrimenti davvero improbabile.



Laureato, insegna alle scuole medie ed ai lavoratori-studenti che intendevano recuperare il tempo perduto durante infanzie spese al pascolo ed al lavoro nei campi.



E' fra i promotori del liceo scientifico nel '45, che verrà soppresso dopo un breve periodo sperimentale; completa la sua esperienza di educatore nel liceo scientifico "Leonardo da Vinci", definitivamente ricostituito nel 1967.



La sua cultura incredibilmente vasta, frutto di intensi studi di lettura continua, si esprimeva in ogni suo gesto, pur conservando la semplicità del linguaggio e dei modi, la curiosità e lo stupore di adolescente di fronte ai fatti della vita.



Sapeva conciliare l'arguzia e l'innocenza, entrando in perfetta sintonia con la curiosità ed il candore dei giovani. Era naturale pertanto che incantasse gli studenti con le sue lezioni, cadenzate dall'intercalare "E' vero?" usato al posto della punteggiatura (virgole comprese), quasi per dare tempo a se stesso per organizzare la frase successiva e all'ascoltatore per digerire il messaggio.



Si esprimeva con chiarezza e semplicità, in italiano perfetto, seppure non disdegnasse occasione per compiacersi di tuffi nel dialetto, in modo quasi ostentato che lasciava trasparire tenerezza e nostalgia nel ricongiungersi alle origini.



Anche se nessuno - per rispetto - gli si è rivolto utilizzando il suo soprannome, era noto a tutti come "il Piciuncìno", forse per la sua vivace mansuetudine, forse per il suo aspetto; più probabilmente perché gli piaceva librarsi in volo.


                                                                                 Lucio Pierotti – Mario Tosti


Dal Calendario di Umbertide 1999




Foto: Archivio fotografico Corradi e Fabio Mariotti

5/10/23

Il professor Ramaccioni
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