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RAFFAELE MANCINI

Il maestro Nello

Il maestro Nello

Raffaele Mancini, ma per tutti noi Nello, il Maestro di San Benedetto, quietamente, quasi in punta di piedi, il 30 aprile ci ha lasciati. Si trovava in una Casa di riposo a Gualdo Tadino. Tolto l'ultimo tratto tribolato della sua vita, lo ricordiamo attivissimo, instancabile, ottimista anche quando le nubi oscuravano il sole. Un Maestro per tutti nel senso più vero della parola. Teoria e pratica erano per lui facce speculari di un attivismo illuminato e concreto.

Ancora giovanissimo, disapprovò l'avventura fascista e non esitò ad arruolarsi nella "Brigata San Faustino", una formazione che operava nell'Alto Tevere e che pagò il suo tributo con la morte di due ufficiali e trentacinque partigiani.

Erano quelli giorni in cui crescevano stenti, povertà e paura, ma anche desiderio di libertà e di democrazia.



Passato il ciclone, con le nostre città a pezzi, le strade devastate, tanti lutti nelle case, ritroviamo Mancini fra i più solerti organizzatori perché la nostra terra e la nostra comunità ritrovassero almeno la parvenza della normalità. Così nel 1946 è eletto consigliere comunale ad Umbertide, un incarico che dura una quindicina d'anni; e dal 1956 al 1960 entra in Giunta con la responsabilità di assessore. Incarico che ricoprirà ancora degnamente dal ‘72 al ‘75.




In quegli anni svolge regolarmente il suo lavoro di insegnante elementare, finché opta per l'incarico di segretario nella Direzione del 2º Circolo didattico.





Ma fu ancora, intorno agli anni ‘60, insieme ad Alessandro Renzini e ad altri, uno degli artefici del nuovo ospedale di Umbertide. E per anni farà parte del gruppo dei consiglieri.

Intanto, nel segreto del suo piccolo studio, seguita a coltivare l'hobby della poesia. Nello ha senz'altro la penna facile ed un periodare sciolto ed incisivo. I suoi scritti avevano sempre un'aria di grande liricità.



Nel 1986 si decise a pubblicare "E si rimpiange il cielo", un volumetto di graziose poesie, poesie intime e marcatamente civili. Destinate forse a rimanere nel cassetto se, come egli dice in una nota di apertura, “ ... ora non avrei importunato nessuno se gli amici più cari, il prof. Franco Mancini, il prof. Candido Palazzetti, il prof. Antonio Cancian ed il collega Mario Bartocci non mi fossero stati prodighi di sollecitazioni, di suggerimenti e di consigli nella scelta del materiale”. Scriverà poi un altro bel testo di poesie, "Gracie".



Ma non era certo nuovo alle pubblicazioni. Aveva dato alle stampe lavori in prosa "Da San Faustino al Po di Primaro" (1976) e poi "A mezzanotte abbiamo scommesso sulla levata del sole" (1977). Testi di amena lettura e di grande spessore morale.

Infine, liberatosi da certi impegni onerosi, si dedica, anima e corpo, a dar vita al "Centro socio-culturale San Francesco" di cui nel 1978 diviene presidente. Un Centro con un comitato robusto che si distingue per tantissime iniziative culturali, letterarie principalmente ma anche musicali, mostre pittoriche, dibattiti e via dicendo.




Il fiore all'occhiello rimane ancor oggi il concorso letterario annuale "Umbertide 25 Aprile" nel quale partecipano fra i migliori letterati in circolazione, portando in giro per il mondo una delle facce più nobili della nostra città. Ed è stato lui, insieme a Umberto Zoppo a suggerire in questi ultimi anni il nome del prof. Roberto Sciurpa come presidente della Commissione giudicatrice. Scelta azzeccata perché persona equilibrata e competente.



Ancora qui mi preme ricordare Raffaele come un uomo culturalmente molto preparato, che portava dentro di sé la parte più nobile di quella civiltà contadina che anno dopo anno sembra destinata in gran parte a lasciare il posto ad una fredda solitudine metropolitana, dove il dio denaro acceca anche gli slanci più generosi.

Ed io lo vedo ancora così: ironico, mite, pragmatico, laborioso, sempre con la penna in mano, gli occhi al sociale: avanti tutti, o tutti al palo. Tanti di noi gli siamo veramente debitori. Almeno quelli che hanno creduto, e credono, in un'Italia migliore: più giusta e più libera.


Mario Bartocci (Umbertide Cronache – n.2 2008)




1/4/24

RAFFAELE MANCINI
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